Cinque nuovi casi di peste suina africana sono stati recentemente confermati dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, portando il numero totale delle positività a 1.689. In Liguria, sono state individuate quattro nuove infezioni tra i cinghiali, aumentando il totale dei casi nella regione a 1.022. Questi quattro nuovi casi sono stati tutti riscontrati in provincia di Genova, precisamente nei comuni di Ne, Sant’Olcese e Sori. In Piemonte, invece, è stato identificato un nuovo focolaio in un allevamento suinicolo a Novara, che si aggiunge a quelli precedentemente segnalati. Complessivamente, i comuni piemontesi colpiti sono ora 160.
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In Liguria, la peste suina africana continua a rappresentare una seria preoccupazione, soprattutto per la popolazione di cinghiali. Dei cinque nuovi casi diagnosticati, quattro si trovano nella regione. Tutti i nuovi casi liguri sono stati localizzati in provincia di Genova: un caso nel comune di Ne, dove il numero totale di positività sale a sei, tre nuovi casi a Sant’Olcese che raggiunge così undici casi totali, e uno a Sori, portando il totale a tre. Questi numeri indicano una diffusione della malattia nelle aree rurali e boscose della provincia, dove i cinghiali sono particolarmente presenti.
Il monitoraggio continuo e i test effettuati sugli animali selvatici sono fondamentali per contenere la diffusione della malattia e impedire che si propaghi ulteriormente. La peste suina africana è altamente contagiosa tra i suini e rappresenta una minaccia significativa per la fauna selvatica e per l’industria suinicola.
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In Piemonte, la situazione presenta un quadro leggermente diverso rispetto alla Liguria. Mentre non sono stati segnalati nuovi casi tra i cinghiali, è stato riscontrato un nuovo focolaio in un allevamento suinicolo nel comune di Novara. Questo focolaio si aggiunge ai quattro precedenti individuati in altre aree piemontesi: due a Trecate, uno a Vinzaglio e uno a Lignana. Con questo nuovo caso, il numero totale di positività in Piemonte sale a 667, inclusi i cinque focolai negli allevamenti suinicoli.
L’individuazione di un nuovo focolaio in un allevamento rappresenta un segnale preoccupante, in quanto indica la possibilità di una diffusione del virus anche tra i suini allevati, oltre che tra quelli selvatici. Gli allevamenti colpiti devono immediatamente attivare misure di quarantena e prevenzione per evitare che l’infezione si diffonda ad altri animali e agli allevamenti vicini.
Con il recente aumento dei casi, il numero di comuni in cui è stata rilevata almeno una positività alla peste suina africana è salito a 160.
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