Nel 2024 le Marche hanno registrato un incremento allarmante dei casi di Dengue, con 124 infezioni autoctone, di cui 121 solo a Fano. Questo fenomeno ha destato preoccupazione, richiamando l’attenzione su un virus che, fino a quest’anno, si era manifestato principalmente attraverso casi importati. Secondo il virologo Massimo Clementi, la presenza della zanzara tigre, vettore principale della malattia, ha creato le condizioni favorevoli per la diffusione del virus. La situazione ha reso evidente che, sebbene non ci sia un motivo unico per il concentramento dei focolai, diversi fattori hanno contribuito a questa emergenza.
La zanzara tigre, Aedes albopictus, è il principale responsabile della trasmissione del virus Dengue. Presente nelle Marche da oltre 30 anni, ha trovato un habitat ideale per riprodursi. Clementi sottolinea che, quando una persona infetta arriva da un paese endemico, il rischio di diffusione aumenta. Se nel territorio è già presente il vettore, è molto probabile che il virus venga trasmesso ad altri individui. Le temperature favorevoli e la disponibilità di acqua stagnante, luoghi ideali per la riproduzione della zanzara, hanno facilitato la proliferazione di questo insetto. L’assenza di disinfestazioni regolari ha ulteriormente aggravato la situazione, permettendo alle larve di sopravvivere e di diffondersi.
Aggiornamento ore 11
L’epicentro dell’epidemia in questo anno è stata Fano, una città che ha visto un rapido aumento di casi di Dengue. Secondo gli esperti, l’arrivo di un soggetto infetto dall’estero ha innescato un focolaio, amplificato dalla presenza della zanzara tigre. Sebbene la trasmissione del virus nella prima infezione non sia generalmente grave, i sintomi come febbre alta e dolori muscolari possono risultare molto fastidiosi. La situazione si complica ulteriormente in caso di reinfezione, quando il soggetto presenta sintomi più gravi a causa di un virus diverso ma simile. Pertanto, la capacità di trasmettere il virus e il ciclo di vita della zanzara tigre giocano un ruolo cruciale nella diffusione dell’infezione.
Clementi mette in luce la necessità di eseguire operazioni di disinfestazione regolari per contenere la proliferazione della zanzara tigre. Tuttavia, è emersa una certa reticenza a eseguire tali operazioni, dovuta a preoccupazioni riguardo agli effetti sui animali domestici e sull’ambiente. Per affrontare questa situazione, è essenziale che le autorità informino e rassicurino la popolazione sull’importanza delle disinfestazioni per il controllo delle malattie trasmesse dagli insetti. Disinfestazioni adeguate possono prevenire focolai futuri, e i cittadini devono essere incoraggiati a prendere precauzioni per proteggere i propri spazi.
Inoltre, i monitoraggi epidemiologici condotti dai laboratori e dall’Istituto Superiore di Sanità sono fondamentali per rilevare la presenza del virus nelle zanzare e per controllare l’evoluzione dell’epidemia. Tali attività forniscono dati importanti che possono orientare le strategie di intervento e di prevenzione.
Aggiornamento ore 12
Clementi osserva che il clima da solo non spiega la concentrazione dei casi di Dengue nelle Marche e in altre regioni del Centro-Nord Italia. Altre aree potrebbero rivelarsi più suscettibili a focolai, specialmente quelle con ambienti favorevoli alla proliferazione della zanzara. È possibile che anche fattori socioeconomici e di mobilità internazionale contribuiscano alla diffusione del virus, con un aumento dei viaggi da e per aree endemiche. La combinazione di questi fattori ha creato un terreno fertile per l’innesco e la propagazione del virus.
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