Primo maggio, Festa dei lavoratori o Festa del lavoro. Tutti (o quasi) lo festeggiano, non altrettanti ne conoscono le origini. Quest’anno sarà un 1 maggio diverso, senza scampagnate o pic-nic. Vietate feste e assembramenti, ma lo spirito della ricorrenza è più vivo che mai, perché in questo particolare momento i lavoratori e il mondo del lavoro in generale stanno subendo gravi danni.
Per questo è bene ricordare e ripercorrere la storia del primo maggio, scritta attraverso lotte e manifestazioni per i diritti dei lavoratori. In molti si chiedono il perché si festeggi il primo maggio, per scoprilo è necessario fare un lungo passo indietro e arrivare alla fine del 1800, quando i diritti dei lavoratori erano pochissimi, e si doveva lottare per conquistarne.
La storia del primo maggio
La festa del primo maggio, anche conosciuta come festa del lavoro e dei lavoratori è nata ufficialmente in Francia, a Parigi, il 20 luglio 1889. In quei giorni la capitale francese ospitava il congresso della Seconda Internazionale e venne organizzata una grande manifestazione per chiedere a gran voce migliori condizioni di lavoro.
In particolar modo la richiesta verteva sulla riduzione delle ore di lavoro, da abbassare a 8. In quegli anni, infatti, i diritti dei lavoratori erano ridotti all’osso e molti erano costretti a lavorare addirittura 16 ore al giorno. Nacque così ufficialmente la festa del primo maggio, che trae però origine da un evento consumato tre anni prima negli Stati uniti, proprio in quel giorno.
Dal 1 maggio del 1886, infatti, molti operai di Chicago protestarono per i propri diritti. Lo sciopero e la relativa manifestazione durarono 3 giorni durante i quali persero la vita 12 persone tra lavoratori e forze dell’ordine rimaste vittime dei disordini. Proprio da quei giorni è nato lo spirito del primo maggio poi arrivato in Francia e successivamente nel resto del mondo, dove ogni anno, dalla fine dell’880 si festeggia la Festa del lavoro.