Quella notte tra sabato 8 e domenica 9 aprile, seguendo le tracce di Igor in fuga dopo la sanguinosa rapina, i carabinieri simbatterono nel Fiorino rubato dal ricercato Norbert Igor Feher, poco dopo il suo secondo omicidio: quello della guardia provinciale Valerio Verri. E quello lultimo avvistamento del fuggitivo e su quello verte lindagine aperta dalla procura militare di Verona, che ha aperto un fascicolo, senza reati né indagati (ora la vaglio del gip), per approfondire quanto accaduto quella notte. “E noi dovremmo dichiararci soddisfatti dal fatto che sia stata aperta una indagine conoscitiva, cioè nulla, contro i carabinieri di pattuglia che non hanno sparato allassassino di nostro padre quando lo avevano davanti? Dovremo essere contenti di questo?”. Così, dal suo profilo Facebook, si sfoga Francesca Verri, figlia della guardia provinciale assassinata a sangue freddo. La giovane aveva inizialmente accolto con favore il lavoro svolto dagli inquirenti, scrivendo: “Credo nella Procura e nelle ricerche, tutte, che stanno facendo. Perché quello che è successo la sera dell8 aprile, a noi e a mio papà, non può rimanere a lungo un mistero. E non può essere fatto di se e di ma. Devono esserci risposte e ne dobbiamo tutti prendere coscienza. Aspettiamo. E crediamo nella giustizia e nei magistrati. Forza Papà”. Ma a rimettere tutto in discussione, riaccendendo di conseguenze rabbia e dolore, la decisione da parte della Procura di Ferraa di richiedere larchiviazione del fascicolo aperto dopo lesposto dei familiari di Verri, dove denunciavano che Valerio era stato inviato allo sbaraglio nel territorio dove era in fuga il killer. Dal canto suo però la Procura ha ribattuto che “nessun elemento investigativo faceva presagire concretamente la presenza nelle zone del Mezzano del ricercato Igor Vaclavic alias Norbert Feher prima dell8 aprile, giorno dellomicidio di Valerio Verri”. Dunque, diversamente da quanto denunciato nellesposto presentato dallavvocato Fabio Anselmo – legale dei Verri per la Procura, non era possibile esimere agenti dal pattugliamento ordinario del territorio, anche perché Valerio Verri, con il collega Marco Ravaglia (rimasto ferito nel conflitto a fuoco), era impegnato in un servizio antibracconaggio . Annunciando che si opporrà con tutte le sue forze alla richiesta di archiviazione, Francesca Verri conclude il suo amaro post scrivendo che “Stiamo imparando che la giustizia è forte coi deboli e debole coi forti”.
M.