Roma, 7 gennaio – Sono passati ormai 37 anni dalla strage di Acca Larentia, l’omicidio a sfondo politico avvenuto a Roma il 7 gennaio 1978, in cui furono uccisi tre giovanissimi attivisti del Fronte della Gioventù: Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni. Bigonzetti e Ciavatta furono assassinati in un agguato davanti la sede del Movimento Sociale Italiano di via Acca Larentia. Furono uccisi con colpi di pistole e una mitraglietta, proprio quest’armi maneggiate da sei o sette persone, un paio con viso scoperto, altri con dei capellini in testa a stroncare la vita dei ragazzi. La notizia si sparge per tutta Roma, e sul posto giungono militanti delle altre sezioni, tra cui c è Recchioni che perde la vita, durante gli scontri scoppiati con le forze dell’ordine, centrato in fronte da un colpo sparato da un capitano dei Carabinieri. Da allora tutti gli anni si commemora la strage, che ogni anno nella data del suo anniversario porta con sè rancore e polemiche. La strage di Acca Larentia ha rappresentato uno dei più terribili episodi di odio politico di quei tormentati anni. Malgrado il tempo trascorso, fa ancora male e spinge a una riflessione sugli eventi che segnarono un’epoca.