Aprile è il mese internazionale della rosacea, malattia infiammatoria cronica della pelle che causa arrossamenti, papule o pustole particolarmente impattanti dal punto di vista psicologico perché visibili sul volto. Colpisce circa 415 milioni di persone nel mondo e oltre 3 milioni in Italia, pari a circa il 7-8% della popolazione adulta. Come ogni patologia cronica, anche la rosacea necessita di controlli periodici, ma nell’ultimo anno a causa dell’emergenza Covid-19 queste visite hanno subito forti rallentamenti. Inoltre, la mascherina indispensabile per proteggersi dal contagio rischia di peggiorare i sintomi dei pazienti non adeguatamente trattati e monitorati.
Secondo un’indagine condotta in Canada e Germania da Galderma, da inizio pandemia solo il 33% dei pazienti con rosacea – uno su tre – si è recato dal proprio medico o dermatologo e soltanto l’8% ha ricevuto un video-consulto. Il problema dei controlli saltati causa Covid non risparmia l’Italia, come evidenziato dal report ‘Equità di accesso alle cure e Covid-19’ dell’associazione Salutequità: rispetto al 2019, nel periodo marzo-maggio 2020 si è avuta una riduzione di circa il 58% del numero di ricette per prestazioni di specialistica erogate, e nel periodo gennaio-giugno 2020 la riduzione è stata pari a 13,3 milioni di prestazioni di accertamenti diagnostici e a 9,6 milioni di visite specialistiche.
“L’emergenza sanitaria ha colpito duramente la popolazione, il sistema sanitario e i pazienti affetti da patologie croniche – afferma Giuseppe Micali, direttore della Sezione di Dermatologia e Venereologia, Dipartimento Specialità Medico-Chirurgiche, università di Catania – I malati di rosacea purtroppo rientrano in questa categoria ed è importante sottolineare quanto sia essenziale non interrompere i controlli periodici dermatologici per la riuscita del trattamento. Non bisogna dimenticare che la rosacea ha un forte impatto anche sull’aspetto psicologico del paziente, in quanto le sue manifestazioni cliniche possono rappresentare motivo di imbarazzo. Ecco perché una corretta aderenza terapeutica risulta ancor più necessaria”.
I sintomi della rosacea, se trascurati, possono aggravarsi diventando persistenti. Per questo motivo è stata creata una guida personalizzata per la visita con il dermatologo che i pazienti possono compilare e scaricare sul sito www.facciaafacciaconlarosacea.it, realizzato da Galderma. Il portale – spiega una nota – guida gli utenti con una serie di domande relative ai propri segni e sintomi, all’impatto emotivo della rosacea e ai trattamenti utilizzati. Una volta completato il questionario, viene generata una guida per la visita dermatologica personalizzata in grado di facilitare un dialogo aperto medico-paziente.
Il coronavirus pandemico ha complicato la vita delle persone che convivono con la rosacea anche per l’obbligo di mascherina, misura anti-contagio fondamentale. Un recente studio multicentrico italiano, pubblicato su ‘Dermatologic Therapy Journal’, ha analizzato l’impatto del suo utilizzo per almeno 6 ore al giorno nei pazienti con rosacea e acne non in trattamento. In entrambi i casi è stato osservato che l’uso prolungato del dispositivo peggiora i sintomi della malattia, influendo in modo significativo sulla qualità di vita. In particolare, per la rosacea è stato riscontrato dopo 6 settimane un peggioramento della malattia, rilevato sia dal clinico sia dall’autovalutazione del paziente, con una diminuzione statisticamente significativa nella qualità di vita.
“Questo studio ha evidenziato come la mascherina mantenuta aderente sul viso per tutta la giornata, protettiva per il Sars-CoV-2, è però dannosa per le dermatosi infiammatorie del viso come la rosacea – commenta Giovanni Damiani, assegnista di ricerca presso l’università Statale di Milano e direttore dello Young Dermatologists Italian Network (Ydin) – Lo studio ha seguito 36 pazienti con rosacea durante il primo lockdown e ha monitorato l’andamento della patologia valutandoli al tempo 0 e dopo 6 settimane. I risultati sono stati inaspettati, in quanto la mascherina andava a peggiorare la gravità della rosacea aumentando il numero di pustole e l’intensità dell’eritema. In altre parole, la mascherina amplificava l’infiammazione della pelle dei pazienti esaminati. Risulta perciò cruciale consultare il proprio specialista anche in pandemia per un monitoraggio stretto della rosacea, sia questo in persona o in teledermatologia”.