“Nell’ultimo decennio tanti governi hanno annunciato cambiamenti al testo unico sull’immigrazione ma senza dare seguito ai propositi. Noi lo faremo puntando a modificare, sia sul piano amministrativo che normativo, gli atti che hanno portato alle storture” delle frodi sugli ingressi in base al decreto flussi che coinvolgono la criminalità organizzata, “in modo da consentire l’ingresso solo a chi ha la concreta e certificata prospettiva di lavorare”.
Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, in audizione alla commissione Antimafia, in seguito all’esposto presentato lo scorso 5 giugno dalla premier Giorgia Meloni al procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo sulle anomalie registrate negli ingressi tramite il decreto flussi.
Aggiornamento ore 7.21
In apertura Mantovano ha ‘giustificato’ la sua presenza in audizione al posto della premier come era stato chiesto dalla commissione. “Tra attendere ancora e fornire un’informazione tempestiva con la presidenza della commissione abbiamo concordato questa scelta; nessuna sottovalutazione del ruolo di questo organismo, dunque, ma solo lo sforzo di non far trascorrere troppo tempo”.
Aggiornamento ore 10.43
Con il dpcm del 2023, ha ricordato il sottosegretario, “abbiamo per la prima volta promosso una programmazione triennale dei flussi con 450mila nuovi ingressi previsti. E’ stato quindi deciso di monitorare con un tavolo tecnico il provvedimento e dai dati raccolti emerge un quadro preoccupante, con anomalie e distorsioni nelle cui pieghe si inseriscono gruppi criminali: ciò è alla base dell’esposto”.
Aggiornamento ore 13-.49