Via libera del consiglio dei ministri al decreto legge sulle pensioni dopo la sentenza della Consulta. Lo annuncia il premier Matteo Renzi.Il decreto sulle pensioni contiene una misura che “consentirà dal primo di giugno di liquidare tutte le pensioni al primo giorno del mese“, afferma Renzi al termine del Cdm. Nel decreto sulle pensioni c’è un articolo “il cui effetto non sarà colto da cittadini perché non vedranno differenze”, ma grazie al quale “potremo evitare la rivalutazione montante contributivo. Stante la crisi economica cioè le pensioni avrebbero dovute essere abbassate, visto il coefficiente negativo di crescita, ma con questo intervento non c’è alcun decremento. Le pensioni non si toccano e nessuno perde un solo centesimo”. “Suona paradossale la critica in bocca di chi l’ha votata: noi facevamo altri mestieri, io tappavo le buche a Firenze. E’ il colmo che ora dicano che bisogna restituire tutto, è ridicolo. Noi siamo qui a correggere errori di altri”. Dal primo agosto arriverà a 3,7 milioni di pensionati il “bonus Poletti”. Ad essere esclusi saranno quelli con assegno sopra 3.200 lordi al mese. Lo ha annunciato il premier Matteo Renzi, al termine del cdm. “Vi ricordate quella meravigliosa parentesi rosa del Def, la differenza tra 2,5 e 2,6% di deficit che voi giudicavate inesistente? C’era ma la utilizziamo per le pensioni per un totale di 2 miliardi e 180 milioni che andranno a 3,7 milioni di pensionati”. Il premier spiega il meccanismo di rimborso del decreto approvato in cdm. “Se tu prendi 1700 euro lordi di pensione, l’1 agosto il bonus Poletti darà 750 euro, se 2200euro sarà di 450 euro, se 2700 sarà di 278 euro. E’ un una tantum” .“C’è anche il tema dell’indicizzazione dal 2016: all’anno quello che guadagna 700 euro avrà 180 euro di rivalutazione, 15 euro al mese” per gli assegni da “2.200 sono 99 euro e per quelli da 2.700 avrà 60 euro all’anno, 5 euro al mese”. “Le normative del passato sono intervenute in modo troppo rigido” sulle pensioni. Renzi annuncia un prossimo intervento “entro la legge di stabilità”, per lasciare maggiore flessibilità in uscita e “dare un po’ più di spazio” a chi vuole andare in pensione prima rinunciando a parte dell’assegno. L’aumento di reddito tramite pensione diventa permanente. Lo ha assicurato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan al termine del cdm, spiegando che dal 2016 ci sarà “l’introduzione di un meccanismo di indicizzazione più generoso di quello utilizzato negli anni precedenti”. La risposta del governo alla sentenza della Consulta evita che scatti una procedura di infrazione per deficit eccessivo. Padoan ricorda che “dover fronteggiare le conseguenze complete implicite alla sentenza avrebbe portato l’indebitamento al 3,6%” in rapporto con il Pil.