Pensioni, quota 102 nel 2022. E’ la bozza del ddl di bilancio a confermare così l’accordo deciso nella cabina di regia della maggioranza. Una manovra che comprende185 articoli. Con quota 102 potranno dunque lasciare il lavoro con 64 anni di età anagrafica e 38 anni di anzianità contributiva quei soggetti che maturano i requisiti nell’anno 2022.
Soddisfatta si è detta ieri la Lega, contraria a un ritorno alla legge Fornero.
“Se dovesse essere confermata oggi all’interno del Consiglio dei Ministri la scelta di quota 102 sulle pensioni, la Uil non ci sta ed è pronta se necessario a scendere in piazza”, ha fatto sapere il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri. “Sabato ci vedremo con i colleghi di Cgil e Cisl e valuteremo quali strumenti di mobilitazione mettere insieme sapendo che, siccome è una discussione che durerà all’interno delle Camere, in particolare al Senato , un mese dovremmo avere la forza di fare pressione, mobilitazioni per un mese e un giorno in più di quanto dura la discussione, per convincere il Parlamento a cambiare le scelte che ha assunto”.
“Rinnoviamo l’invito al governo di aprire subito un tavolo di confronto sulla previdenza e sulle pensioni, partendo dalla piattaforma che abbiamo presentato cinque mesi fa e che il governo conosce benissimo. Dobbiamo lavorare ad una riforma complessiva e strutturale del sistema pensionistico e previdenziale, cambiare questa odiosa Legge Fornero per assicurare ai lavoratori ed alle lavoratrici flessibilità di uscita dal mercato del lavoro”. Così a Modena a margine del Consiglio Generale della Ust Cisl Emilia Centrale, il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra.
“Di questa ipotesi di quota 102 per un anno che circola in queste ore – ha spiegato – non si è parlato nell’incontro dell’altra sera con il premier Draghi. Aspettiamo di conoscere il testo definitivo della Legge di stabilità che uscirà dal Consiglio dei Ministri”. Secondo il leader sindacale, “bisogna assicurare alle persone la possibilità come scelta volontaria di poter uscire dal mondo del lavoro a partire da 62 anni, realizzare l’obiettivo di 41 anni di contributi a prescindere dall’età per andare in pensione e poi fare un grande investimento sui giovani, costruendo una pensione di garanzia per assicurare una terza età dignitosa anche a loro, incentivando l’adesione alla previdenza complementare. I giovani – ha detto ancora Sbarra – oggi sono intrappolati con il sistema contributivo puro e con carriere lavorative frammentate e discontinue. Dobbiamo far valere per loro i periodi di formazione, di disoccupazione involontaria, in modo da rafforzare il livello di trattamento pensionistico adeguato e dignitoso”.
Inoltre, ha aggiunto, “occorre allargare ulteriormente e rendere strutturale l’ape sociale ed opzione donna, conquistare risultati importanti per i nostri anziani e pensionati con la piena rivalutazione delle pensioni, l’allargamento del perimetro della quattordicesima mensilità, finanziare adeguatamente le legge sulla non autosufficienza. Il Governo conosce nel dettaglio queste nostre posizioni e richieste. Ecco perché lo invitiamo a valutarle ed aprire subito il tavolo di confronto con il sindacato. Pensioni, fisco, investimenti, lavoro, ammortizzatori, politiche attive le nostre priorità”.