(Adnkronos) – A marzo sarà applicata la rivalutazione anche alle pensioni che superano quattro volte il trattamento minimo, quindi quelle superiori a 2101 euro. Saranno anche pagati
gli arretrati delle rivalutazioni delle pensioni
di gennaio e febbraio. L’Inps ricorda che dal primo gennaio ha provveduto ad attribuire la rivalutazione delle pensioni e delle prestazioni assistenziali nella misura del 100% a tutti gli utenti che abbiano ottenuto in pagamento, nell’anno 2022, rate di pensione per un importo inferiore o uguale a 2.101,52 euro (pari a quattro volte il trattamento minimo come previsto dalla legge di bilancio 2023). Per tutti gli altri pensionati, nel mese di marzo 2023, l’Inps procederà ad attribuire la perequazione in percentuale in base all’importo annuale in pagamento. Nel mese di marzo saranno inoltre posti in pagamento anche gli arretrati riferiti ai mesi di gennaio e febbraio 2023.
Come funziona la perequazione. E’ stata ripristinata per il biennio 2023-2024 la rivalutazione sull’importo complessivo del trattamento. Per effetto di questo meccanismo e di un indice d’inflazione stabilito al 7,3% dall’Istat, le pensioni aumentano fino ad avere quasi una mensilità in più all’anno nel caso della rivalutazione al 100% prevista per i trattamenti pensionistici sino a quattro volte il trattamento minimo (2101 euro). La rivalutazione è all’85% per i trattamenti pensionistici compresi tra quattro e cinque volte il trattamento minimo; 53% per i trattamenti pensionistici compresi tra cinque e sei volte il trattamento minimo; 47% per i trattamenti compresi tra sei e otto volte il trattamento minimo; 37% per i trattamenti compresi tra otto e dieci volte il trattamento minimo; 32% per i trattamenti superiori a dieci volte il trattamento minimo. Per gli assegni non superiori al trattamento minimo è prevista una rivalutazione straordinaria dell’1,5% (6,4% per i pensionati con età pari o superiore a 75 anni) nell’anno 2023 e del 2,7% nell’anno 2024.