“Il recente allarme lanciato da Papa Francesco sull’inverno demografico e il richiamo al “patriottismo” di chi ha il coraggio di fare figli, sembra essere passato quasi nel silenzio tra le forze politiche impegnate, in campagna elettorale, su polemiche surreali e che non centrano il vero delicato tema della famiglia italiana, come quelle sul cartoon di Peppa Pig o sui presunti attacchi alla legge 194 sull’aborto.
Nel monito del Santo Padre c’è la sintesi di un approccio culturale, più che religioso, di chi ritiene che nella vita sociale, economica e persino produttiva vada coltivata una visione incarnata a quei valori naturali, che danno solidità e futuro alla comunità nazionale italiana.
Le risorse, consistenti e non le briciole di un irrilevante “assegno unico” devono essere indirizzate alle politiche per la famiglia, alla quale servono misure urgenti e forti per incentivare la natalità nel nostro Paese e favorirne la funzione di traino e di collante anche attraverso adeguate politiche fiscali e legislative”.
Lo dichiara Riccardo Pedrizzi, presidente del Cts dell’Ucid (Unione Cristiana imprenditori e dirigenti) ed ex presidente della Commissione Finanze e tesoro del Senato, che chiede alle forze politiche di impegnarsi di più per una svolta culturale che patendo dall’allarme demografico, produca un salto politico nell’approccio anche economico alla crisi.
“Come è stato recentemente ricordato nel corso del meeting di Cl, a Rimini – prosegue Pedrizzi (nella foto) – nei primi cinque mesi dell’anno, in Italia, i nuovi nati sono calati del 14,5% rispetto al già negativo 2021, chiusosi con 399mila nascite. Un problema che non è solo di natura demografica, ma che è destinato a influire in maniera determinante sul PIL e sull’economia della nazione. Preliminarmente ad ogni politica di rilancio della natalità dovrà esserci perciò un esame di coscienza di tutte quelle forze politiche che negli ultimi tempi non hanno fatto altro che portare avanti politiche di attacco all’istituto della famiglia con il risultato di disgregarla e di portare il nostro Paese nelle condizioni attuali. Successivamente – conclude Pedrizzi – vi è da imboccare una sola strada: mutare le odierne condizioni sociali, economiche e culturali che rendono arduo, se non proibitivo, mettere al mondo un figlio. E questo si può fare solo ponendo al centro delle politiche sociali il ruolo della famiglia, assicurando ad essa tutto quel so-tegno, anche economico, che è necessario perché possa rispondere adeguatamente ai propri problemi, seguendo l’esempio dei Paesi nordeuropei”.
Max