E’ il peggiore dei reati, orribile e ripugnante, che nonostante l’attenta vigilanza delle forze dell’ordine – particolarmente sensibili rispetto a questa ‘vergogna’ – continua a replicarsi con la complicità del sistema telematico, capace di favorire orchi e sporchi maniaci, sempre in attività sul web.
Fenomeno di portata planetaria, quella della pedofilia – e della pedopornografia – è infatti una piaga di portata immensa, che oltre ad arrecare dolore e disagio alle sue piccole vittime, spesso nasconde anche giri di denaro inimmaginabili.
Tanto per dare idea dell’entità del fenomeno nel nostro Paese, in occasione della Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia, che si celebra domani (5 maggio), la Polizia postale ha reso noti i dati relativi all’attività d’indagine svolta nel 2022: ebbene, sono stati ben 149 gli arresti legati ai casi di pedopornografia mentre, a seguire, sono stati già 12 gli arresti eseguiti nei primi 3 mesi del 2023.
Come da prassi, va spiegato che le indagini che finiscono con lo scatto delle manette intorno ai polsi, in questo caso interessano persone definite ‘ad alto livello di pericolosità’, o colte in flagranza di reato oppure, altro particolare non trascurabile, perché detengono grandi quantità di materiale pedopornografico o perché responsabili di abusi su bambini e ragazzi nelle loro disponibilità.
Inoltre, sempre nell’ambito delle attività relative allo scorso anno, da segnalare le 1.466 persone denunciate ‘per aver scaricato, condiviso e scambiato foto e video di abuso sessuale di minori’. Un reato specifico già sanzionato in questi primi 3 mesi del 2023, con nuove 299 denunce. Soggetti che la stessa Polizia postale spiega, ”sono spesso uomini, italiani, incensurati e con un’età media inferiore ai 50 anni”.
Nell’arco di questo bilancio annuale fornito dalle autorità, vanno considerati inoltre i 2.622 i siti contenenti immagini pedopornografiche, debitamente oscurati e resi così irraggiungibili per gli italiani che si muovono all’interno della rete. Parliamo ovviamente di attività indegne, dove a farla da protagonista sono le vomitevoli immagini di violenze sui minori, come dicevamo puntualmente oscurati anche per evitare che tali abusi, oltre che alimentare l’enorme giro parallelo di soldi, fungano anche da ‘stimolo’ a folli criminali o ad organizzazioni senza scrupoli.
Purtroppo ciò che sconvolge, è che nel tempo è stato verificato un crescente coinvolgimento da parte dei minori, in fatto di detenzione e diffusione online di pedopornografia. Lo scorso anno sono stati infatti segnalati all’autorità giudiziaria 150 ragazzi come autori di reati gravi, rispetto ai 20 identificati nel 2016. Un fenomeno preoccupante che nella maggio parte dei casi vede coinvolti i maschi, con un’età media di circa 15 anni i quali, attirati ‘dall’offerta’ di materiale sessuale presente in rete, a volte riescono a raggiungere circuiti particolari, improntati per l’appunto su materiale illegale, dove la fanno da padrone gli abusi sessuali su minori. Materiale che poi i navigatori giovanissimi tendono a condividere con utenti coetanei, per lo più per inconsapevolezza o superficialità.
Riguardo a questa situazione ‘al contrario’, nel 2022 sono stati elencati ben 430 casi di adescamento. E nei primi 3 mesi di quest’anno, la Polizia Postale ha identificato già 56 minori di un’età inferiore ai 13 anni, adescati in rete mentre, nella fascia compresa tra i 14 ed i 16 anni, le vittime sono state 34. Illustrando questi inquietanti dati, la Polizia postale ha spiegato che gli adolescenti e minori vengono a contatto con i pedofili attraverso la frequentazione dei socialnetwork, delle app di videogiochi, o attraverso la messaggistica istantanea. L’aggancio verte sempre sullo stesso argomento: il sesso che, dopo esser divenuto un argomento di ‘confidenza’, spesso sconfina fino alla proposta di immagini intime da scambiare. Ultimo step infine, il peggiore: l’incontro.
Max