Già da ieri sera, secondo fonti provenienti anche dal Pentagono, è girata la notizia secondo cui Mosca avrebbe inoltrato a Pechino la richiesta di una collaborazione bellica’, nell’ambito di quella che continua a definire come un ‘missione bellica’.
Del resto, vista la tenace resistenza degli ucraini che, nonostante l’indiscriminata quotidiana pioggia di bombe che sono costretti a subire da 18 giorni, stanno di fatto tenendo bloccata l’avanzata russa verso Kiev ed Odessa, pare abbastanza evidente che il Cremlino inizia seriamente a preoccuparsi circa le capacità ‘sul campo’ dei suoi soldati.
Tuttavia stamane, mentre Roma si apprestava ad ospitare un mini vertice fra gli Usa e la Cina, attraverso il suo portavoce, Dmitry Peskov, dal Cremlino stato smentito il tutto, tenendo a rimarcare che la Russia “ha sufficienti risorse militari per portare avanti la sua operazione militare in Ucraina che sta invece procedendo come da piano” e, dunque, “sarà completata nei tempi previsti”.
Ovviamente da Pechino, oltre che smentire, hanno preso la palla al balzo per accusare gli Stati Uniti di “disinformazione”. Come riporta il Global Times, il ministero degli Esteri cinese, avrebbe dichiarato che “la parte americana ha diffuso disinformazione contro la Cina sulla questione ucraina con intenzioni sinistre“. Anzi, dal canto suo la diplomazia cinese ha piuttosto tenuto ribadire la sua posizione sul “ruolo costruttivo” per “promuovere colloqui di pace”.
Ma la Cnn, che per prima ha diffuso la notizia, continua invece a sostenere l’opposto e che, nell’ambito di quella che sarebbe stata definita come una vera e propria richiesta di ‘sostegno’ ai cinesi, Mosca avrebbe incluso anche i droni, e ‘risorse economiche’. A supporto di quanto denuncia, la Cnn ha anche avuto conferma di tale richiesta da due alti funzionari americani ma non solo, le richieste sarebbero state addirittura precedenti al D-day’ di Mosca, dunque già prima dell’invasione. Dal canto suo la Cina avrebbe risposto a Mosca ma, ‘ufficialmente’, con abbia risposto non è risaputo. Ieri sera, sempre secondo le agenzie di stampa internazionali, è stato detto che Pechino avrebbe espresso il suo diniego, affermando di preferire un ruolo diplomatico volto alla pace.
Max