I Giochi olimpici invernali in programma il prossimo mese di febbraio a Pechino si preannunciano diversi da qualsiasi altra competizione olimpica a causa della rigorosa ‘strategia zero Covid’ della Cina. A cento giorni dall’inizio dei Giochi è sempre più chiaro che ci sarà poca libertà di movimento per atleti, allenatori, aiutanti e giornalisti. Tutti i partecipanti potranno muoversi solo in ‘circuiti chiusi’, dall’arrivo alla partenza, dal letto ai luoghi di gara, il tutto in sistemi di trasporto ermeticamente chiusi. Verranno effettuati controlli periodici per il Covid-19 mentre chi non è vaccinato dovrà prima passare tre settimane in quarantena forzata.
I Giochi dal 4 al 20 febbraio, seguiti dalle Paralimpiadi dal 4 al 13 marzo, saranno molto diversi dai Giochi estivi in Giappone a luglio e agosto. Se Tokyo è stata a volte soprannominata una ‘bolla con molti buchi’, la Cina sta tirando su quelli che vengono descritti come ‘doppi muri’. L’obiettivo è impedire che anche un solo contagio venga introdotto nel Paese in maniera incontrollata. Sebbene ci siano state delle critiche iniziali sulla lenta reazione ai primissimi casi di infezione nel dicembre 2019 nella Cina centrale, da allora le autorità hanno risposto in modo fermo e rapido con coprifuoco, quarantene, test di massa e tracciamento dei contatti. Dalla metà del 2020, la Cina ha visto solo focolai minori. Il Paese asiatico si è anche in gran parte isolata dai paesi stranieri, i pochi che possono entrare sono tenuti a trascorrere fino a tre settimane in una struttura di quarantena.
Dopo le Olimpiadi del 2008, Pechino sarà l’unica località in cui si sono tenuti i Giochi estivi e quelli invernali. Le gare si svolgeranno in tre località: nella stessa capitale, nel sobborgo di Yanqing ea Zhangjiakou nella vicina provincia di Hebei.