(Adnkronos) – “Il progetto originario del Pd aveva un grande valore che non è stato tirato fuori davvero. E’ mancata l’anima di quella storia. Ora bisogna trovare un modo nuovo”. Lo dice Sandra Zampa, parlando della discussione congressuale nel Partito democratico.
Dalla scissione al cambio di nome, si è sentito di tutto in questi giorni sul futuro del Pd. Cosa ne pensa? “Intanto se tutti parlano del Pd, sia chi è dentro che chi se ne è andato, è un segno di grande vitalità. Un segno della centralità del progetto – spiega all’Adnkronos la deputata Pd appena eletta -. Quello che è chiaro è che adesso bisogna ascoltare tutti rispettosamente. Lo sforzo più grande da fare è quello di lasciare che dal basso arrivino le proposte, anche in forma auto organizzata. Se cerchi di spegnere questo processo spegni la partecipazione”.
Non basta, quindi, parlare genericamente di novità? “Bisogna avere nervi saldi e accettare che dal basso arrivi una proposta sulla quale misurarsi. Il punto di riferimento è l’intuizione del progetto politico originario: i padri fondatori hanno sempre detto che bisognava parlare al Paese intero e non fare marketing politico. Se ognuno si sceglie un pezzo di elettorato, allora è solo marketing”.
Cosa è successo al Pd originario? “E’ vero che si è molto logorato il rapporto con la società, più per la cattiva gestione fatta di quel progetto. Al progetto nuovo si sono associati comportamenti vecchi, una vecchia cultura politica ha avuto il sopravvento, la logica delle correnti organizzate. La verità è che quel progetto è stato inquinato dai comportamenti della sua classe dirigente, così non va bene. Gli anni di Renzi hanno fortemente danneggiato il partito, fortissimamente. Ora bisogna trovare un nuovo modo. Anche per una classe dirigente che non sia l’unica che rimane e che ha sempre l’ultima parola. Questo ha lentamente ammazzato il Pd”.
Le primarie hanno esaurito la loro spinta innovativa? “Se vedo il regolamento, rifatto di recente, prevedere che i ministri sono candidati in automatico ecco, questo anche no. Così per le primarie, organizzate come negli ultimi anni, per gruppi di potere, dico che così non può funzionare. Diventano una cialtronata”.
Il rapporto con il M5S va riallacciato? “Il discorso con loro dovrà ricominciare. Ma anche questo non va fatto a valle. Ascoltiamo la nostra gente, molti non sono così convinti. Quando si fanno scelte così importanti tutti dobbiamo essere convinti”. La leadership di Conte può insidiare il Pd? “Lo escludo. Noi siamo una forza che ha radici molto più profonde, sennò non saremmo arrivati al 20%. Noi siamo ovunque, loro sono andati bene al Sud. Questo, se mai, ci interroga sul fatto che noi per il Mezzogiorno abbiamo fatto pochino”.