PD: OCCUPYPD, NO A ENNESIMO RESTYLING CHIEDIAMO CAMBIAMENTO VERO

DOMANI A ASSEMBLEA CHIEDEREMO CONGRESSO PER RINNOVARE, NON PER CONSERVARE – Un congresso di idee per il cambiamento e per favorire un rinnovamento vero e non di facciata. Un’assise che non sia l’ennesima operazione di restyling. Sono i punti fermi con i quali i ragazzi di OccupyPd si presenterano domani alla nuova Fiera di ROMA dove e’ in programma l’assemblea nazionale che dovra’ eleggere il sostituto del dimissionario Pier Luigi Bersani. I ragazzi, una trentina in tutto in rappresentanza di una platea ben piu’ vasta che ha raccolto il malessere della sconfitta elettorale, hanno incontrato oggi a Roma, al circolo Woody Allen nel quartiere San Giovanni un gruppo di giovani deputati che ha raccolto il loro ’grido di dolore’. I ragazzi e il gruppo di parlamentari (hanno raccolto l’invito Fausto Raciti, Anna Ascani, Giuditta Pini, Valentina Paris, Laura Coccia, Chiara Gribaudo, insieme al capogruppo all’europarlamento David Sassoli) si sono visti e hanno parlato cercando di capire come potranno domani rappresentare, all’assemblea nazionale, le istanze di chi non si vuole rassegnare allo status quo. “Chiediamo un congresso il prima possibile -ha spiegato Lorenzo che arriva da Prato- chi sara’ il candidato segretario non ci interessa. La priorita’ e’ capire quale identita’ deve avere il partito e cosa deve fare. Noi vogliamo soprattutto un partito alternativo al Pdl, forte e strutturato, che faccia un rinnovamento e un ricambio generazionale vero, non promosso dall’alto per gentile concessione”. “Siamo la generazione che piu’ ci ha creduto e piu’ ha investito nel progetto del Pd -afferma Antonella Pepe, segretaria dei giovani della Campania- per questo diciamo che non ci interessa fare una semplice operazione di restyling. Noi chiederemo e ci impegneremo per un’opera sostanziale di cambiamento. Quindi se il tema del congresso sara’ solo quello di scegliere un nuovo segretario e il futuro premier, la battaglia del cambiamento sara’ persa in partenza e non riusciremo mai a frenare l’emorragia di consensi che ancora stiamo pagando”