Lex leader del Partito Democratico Martina torna a parlare di Renzi, ancora potente architrave del momento che il centro sinistra sta vivendo. Sono fasi delicate, spigolose e complesse quelle che sta vivendo il Partito Democratico e Martina lo sa benissimo.
Da quando il suo lavoro nella segreteria si è esaurito Martina come gli altri ha assistito ad un lento depauperamento di quelle che potevano essere sensazioni di coesione e unità non certo trascurabili da parte del Pd.
Un partico come quello caro a Martina che, inevitabilmente, deve trovare la quadra del cerchio e tornare a navigare su acque di unità e coerenza, ma che invece sembra impantanarsi.
Tra recenti no e ombre sempre aleggianti, Martina fa il punto della questione. E parte proprio da lui Matteo Renzi.
”Renzi? Né cesure né nostalgie” ammette Martina. Che poi cita i 5Stelle: “Se cade il governo, nessun accordo con loro”-
Il segretario uscente del Pd Martina si sofferma accuratamente a parlare delleredità renziana. E lo fa con dovizia di particolari e parole a dir poco emblematiche.
“Un tesoro inestimabile lesperienza del 2013-14, afferma, pur ammettendo errori sul piano sociale”. Come detto, non è mancato lattacco al Movimento dei 5 Stelle: “Da loro provvedimenti indifendibili”, con una deroga per Fico. Spunto di grande interesse, poi, è lidea, avvalorata peraltro da molti, di una donna alla presidenza del partito .
Ad ogni modo il tempo è breve, per il Pd e il suo momento storico delicato. E Martina lo sa perfettamente. Mancano tre giorni prima della fine per quello che è stato il tortuoso e lungo cammino per le candidature per il Congresso Pd: il gong scatta come è ben risaputo il 12 dicembre.
E adesso, con i membri della corrente renziana che sono rimasti allasciutto dopo il dietro front di Minniti, la situazione è tesa. Infatti, mentre i candidati aperti parlano di nuove ere, Maurizio Martina, colui che resta nella memoria collettiva come lex numero due di Renzi nella segreteria, è intervenuto nella trasmissione Mezzora in più di Lucia Annunziata, per poter fare il punto ma, gioco forza, ha finito per parlare a domande quasi esclusivamente di Renzi.
E sulla sua eredità. “Né nostalgia né cesura” nei confronti dellesperienza Renzi, dice. “Nel passaggio 2013-2014 abbiamo aperto lesperienza dei governi riformatori, che rimane un tesoro inestimabile. Ci sono scelte che rivendico, come il cambiamento necesario delle istituzioni e dello Stato”.