(Adnkronos) – “Ho deciso di rinunciare alla mia posizione di senatore. Mi dimetterò questa settimana”. Ad annunciarlo è Carlo Cottarelli, senatore Pd, ospite di ‘Che tempo che fa’ su Rai3.
“Naturalmente – spiega – il processo è molto lungo: le dimissioni devono essere accettate, la prima di prassi viene rigettata, poi si vedrà i tempi che ci vogliono. L’Università Cattolica mi ha chiesto di dirigere un programma per l’educazione delle scienze economiche e sociali rivolto agli studenti delle scuole superiori, questa è una cosa che farei gratuitamente per spirito di servizio. Andremo a visitare le scuole, tutte le scuole, su invito delle scuole stesse, a parlare di economica, di diritto, di costituzione, di come si comunicano queste cose, con personaggi davvero di grandi livello. Dovrei coordinare tutto questo, ma ovviamente parteciperei anche al programma. Però questa cosa purtroppo non è compatibile con il Senato”.
“La decisione l’ho presa perché mi sembra una cosa importante questa che si può fare, utile al Paese, e poi – continua Cottarelli – perché c’è in questo momento storico un’estrema conflittualità tra le due parti del Parlamento. Cosa vuol dire in pratica: è prassi che le minoranze presentino degli emendamenti, io ho visto quasi sistematicamente gli emendamenti rigettati, anche quando ci sarebbe la necessità di discutere della sostanza. Le minoranze poi spesso propongono emendamenti solo per fare ostruzionismo. Questa non è una critica che faccio. E’ possibile che in questo momento storico non ci sia altro modo di fare le cose, però non è propriamente nelle mie corde”.
“Puoi cambiare gruppo, mi è stato detto – sottolinea -. Ma non mi sembra giusto anche perché io sono stato eletto nel proporzionale e quindi non hanno votato il mio nome ma il partito. E anche se ci sono state offerte a spostarmi… Non lo dico, ma non è né la maggioranza né i 5 Stelle”.
“Io stimo molto Elly Schlein e credo faccia bene a spostare un più a sinistra il Pd. Ma – ammette – ci sono differenze che si sono create, come il ruolo del merito. Nella mozione Schlein il valore del merito è scomparso e viene quasi criticato”.