Come giá divenuto particolarmente netto e palese nelle scorse ore, la situazione all´interno dei vertici decisionali del Pd la situazione é a dir poco spinosa. Il partito Democratico sembra in una situazione di contrasto interno particolarmente accesa e, nei fatti, sembrano evidenziarsi due linee di condotta piuttosto nette: i renziani e i seguaci di Zingaretti.
Pd, tensioni al vertice e intorno a Nicola Zingaretti
Certo, detta cosí sembra particolarmente semplicistica, ma é pur vero che le attuali acredini tra l´uno e l´altro esponente e questa o quella fazione sembrano fare il verso al contrario delle parole con cui il segretario attuale dei dem aveva provato a allontanare ruggini in nome della unitá di intenti.
“Tenterò di ricostruire, farò uno sforzo per ricostruire uno spirito unitario”. Nicola Zingaretti lo aveva detto, lo ripete e ancora crede come quella che definisce come “priorità assoluta” del Pd non sia quella della risoluzione dei contrasti interni in quanto tale, ma farlo in ragione della “drammatica” fase che l’Italia governata da Salvini, sta vivendo.
Tuttavia il sentiero della non belliggeranza non sembra accogliere molti proseliti intorno ai lavori della Direzione convocata in un clima che resta teso a dir poco per le polemiche che la minoranza ‘renziana’ ha avanzato a Zingaretti prima per le note vicende del ‘caos Procure’ e poi nello specifico per la posizione di Luca Lotti.
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Dal Nazareno é arrivato un ordine, perentorio domenica: niente risse. La strategia di Zingaretti è quella di armonizzare, ricomporre, riunificare: “Farò uno sforzo per riaprire un dialogo e verificare le condizioni di un passo avanti insieme, almeno sul terreno della politica e dell’iniziativa politica”, ha detto in effetti Zingaretti.
Ma non sembra aver trovato terreno fertile, anzi. Su Facebook ha fatto molto parlare, e in alcuni casi anche ironizzare taluni, la diffusione di una foto di un gruppo di parlamentari renziani che raccolti tutti insieme per un matrimonio si sono fatti immortalare con una scritta sotto piuttosto emblematica: “Nicola stai sereno“.
A qualcuno, come é facile intuire, ricorderá la nota frase di Renzi quando allontana, all´epoca, la possibilitá di avere brame da premier rispetto all´allora numero uno Letta.
E intanto che Carlo Calenda, invoca Paolo Gentiloni per pianificare la creazione di un governo ombra con esterni al Pd, le critiche verso il segretario, sono aumentate di intensitá, ma tutte rispedite indietro. “Bullismo correntizio? Non esiste”.
Zingaretti va oltre, incassa, e prova a resistere e a “riaprire un dialogo”.
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Si respirano, intorno al Pd, anche arie distensive, come quella dell’area Martina e di alcuni di Base riformista. Dall’area Martina giunge infatti la richiesta di non polemizzare: “Così siamo solo respingenti!”.
Del resto la veemenza di certe critiche avrebbero inorridito Zingaretti tanto che da piú parti é arrivato línvito a evitare bagarre interne perché “continuiamo così e Salvini arriva al 40%”.
Nel frattempo, si lavora sui fatti. L’odg della Direzione prevede la discussione sull’ultima tranche dei voti delle europee e delle amministrative. Con particolar riferimento alla Sardegna é infatti arrivata la profonda indicazione di “riflettere”, come ha detto lo stesso Zingaretti.
Anche alla luce di quanto sta dicendo il responso delle urne, dunque, il segretario chiesto di rafforzare le forze interne in nome di una migliore armonia.
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