Nuova ondata di contrasti all’interno del Partito Democratico in queste ore con i contrasti tra la corrente che fa capo al segretario Zingaretti e quella dei renziani. Nel Pd non tira aria di coesione e di armonia tra l’una e l’altra fazione, con il caos che si solleva intorno alle figure che più hanno inteso, in queste ore, esporsi in favore dell’una e dell’altra tesi.
Il Partito Democratico non sembra trovare quella pace e quell’armonia di intenti e lo dimostrano le parole di alcuni dei suoi principali esponenti che, in queste ore, hanno rilanciato le distanze tra renziani e seguaci del neo eletto leader Zingaretti.
C’è per esempio Rosato che sentenzia: “Manca leadership”. E l’attacco della Boschi: “Attacchi interni contro Lotti”. Occhio poi alla posizione di Calenda: “Mi vergogno”. E’ dunque vero scontro tra renziani e gli uomini di Zingaretti.
La spaccatura è sempre più evidente in queste ore e le divisioni interne non sembrano ridursi, anzi. Arrivano vere e proprie critiche al leader Pd dopo le nomine nella segreteria. Morani va giù duro parlando di “bullismo correntizio” mentre il caso Lotti diventa nei fatti l’ultima grande miccia in ordine di tempo.
La contrapposizione interna verso la nuova segreteria non si abbassa nei toni. Il Partito democratico va già oltre gli auspici di armornia che la componente zingarettiana aveva chiesto. Da Assisi, dove il gruppo di Roberto Giachetti si è riunito, si riaccende il caso.
La sintesi del quale è nelle parole di Carlo Calenda: “Mi vergogno di aver chiesto voti per questo partito”. Una vera e propria bomba mediatica che si collega alle parole, sempre giunte da Assisi di Ettore Rosato, vicepresidente della Camera.
“Se partiamo dal principio che la politica richiede leadership, io dico che di leadership in giro se ne vedono tante ma di quelle che muovono il Paese ne ho vista una”, afferma, in riferimento a Matteo Renzi.
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Sono dure, ma anche poco fraintendibili alcune delle parole che da Assisi Ettore Rosato, vicepresidente della Camera, ha lanciato nell’aria aumentando di molto il carico di negatività che si respira intorno al Pd.
“Ci siamo messi tutti insieme – D’Alema, Bersani, Casini, Calenda, Pisapia – e dopo un anno di opposizione abbiamo preso 3 punti e mezzo in più. Allora lo dico con preoccupazione, perché i nostri avversari hanno superato il 48%, quindi prendiamo atto che c’è un problema e che la politica non è solo testimonianza”.
Ad acuire il caos all’interno del Partito Democratico ha contiubuito anche l’ex ministra Maria Elena Boschi. “La segreteria ha un ruolo importante ma nessuno di noi ha chiesto uno strapuntino o posti. Non c’è nessuna polemica con le scelte di Zingaretti, al quale auguriamo buon lavoro”, ha detto. “Il segretario – ha aggiunto Boschi – ha fatto una scelta legittima, nominando solo uomini e donne che lo hanno sostenuto al congresso”.
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Sono parecchie le personalità all’interno del Pd che hanno deciso di prendere parola e di alimentare le polemiche intorno al caso Lotti. Alcune sono state parole piuttosto veementi, come quelle del presidente di Alessia Morani sull’Huffington: “La segreteria varata da Zingaretti ne è la prova più palese: è l’esercizio di bullismo correntizio più potente mai visto dalla nascita del Partito Democratico”.
Roberto Giachetti, a chiusura dei lavori, chiosa con veementza: “Noi non siamo entrati in segreteria non per un capriccio o uno sgarbo, ma perché non abbiamo condiviso la linea politica del segretario dopo le primarie. Siamo minoranza e abbiamo il diritto di farlo senza che ci venga imputato di essere il ‘fuoco amico’”.
Come anticipato, tra le parole più spigolose, ci sono state quelle del neo eurodeputato Carlo Calenda arrivate tramite sociale. “Facciamola finita con questo cazzeggio. E quando vince Renzi lo sabotano da sinistra e quando vince Zingaretti si incazzano gli altri. Che palle ‘sto partito. Ma andiamo a fare opposizione”, scrive rispondendo a un messaggio su Twitter. E ancora: “Basta. Zingaretti senta Renzi, Giachetti, Martina etc e troviamo soluzione”.
E prosegue: “Se una componente si sente esclusa potremmo valutare un governo ombra per marcare a uomo i ministri. Persone come Renzi, Morani, Giachetti, Minniti, Nannicini potrebbero farne parte. Che ne dite?”.
Più tardi, la renderà ancora più dura. Un utente gli chiede a quale componente partitica l’ex ministro faccia parte, e lui dice: “Una componente semiclandestina: quella che fa opposizione al governo che sta distruggendo l’italia! che schifo. Ma davvero. Mi vergogno di essere andato in giro a chiedere voti per un partito che è incapace di stare insieme anche mentre il paese va a ramengo”.
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