Ha indossato le maglie dei migliori club italiani: Napoli, Juve, Fiorentina, Udinese solo per citarne alcune. Una carriera da primo della classe per Michele Pazienza, che ora ha intrapreso la carriera da allenatore. Master a Coverciano finito: ora è tempo di trovare panchina.
In attesa di trovarla l’ex centrocampista studia e ruba con gli occhi, in attesa della chiamata giusta. Ai microfoni di Italia Sera, nel corso del programma ‘65 e mezzo, il Fantacalcio in TV’, Pazienza ha ripercorso la sua carriera analizzando anche l’attuale campionato.
Stai cercando una panchina?
Assolutamente, ho da poco finito il master di Coverciano, ora posso allenare anche in Serie A. Sono sempre in giro a guardare partire, vedere allenamenti, per rubare un po’ con gli occhi dai migliori.
Il miglior allenatore che ho avuto in carriera?
Sotto questo punto di vista sono stato fortunato: ho avuto molti allenatori che mi hanno lasciato tanto. Se dovessi citare qualcuno direi Spalletti, Mazzarri, quello che mi ha dato di più a livello calcistico, Conte, Pasquale Marino.
Come è stato il distacco dal campo da calciatore?
Ora è un anno che sono completamento fermo, quindi è adesso che sto vivendo il distacco dal campo. Appena ho smesso di giocare sono stato catapultato poco dopo in prima squadra col Pisa, il distacco lo sto vivendo in quest’ultimo anno in cui oso rimasto fermo.
La squadra che ti è entrata più nel cuore e il compagno più forte?
La squadra che più mi è entrata nel cuore e dove sono riuscito ad esprimersi meglio è il Napoli, lì ho lasciato il mio cuore. Anche grazie a Mazzarri che mi ha dato la possibilità di giocare con continuità. Per quanto riguarda i calciatori sono stati veramente tanti: potrei dire Lavezzi, Cavani, Pirlo, Hamsik e tanti altri.
Perché ho giocato poco nella Juve?
Perché avevo davanti Pirlo, venivo da una certa continuità e a giocare poco facevo fatica. Avevo intorno ai 30 e volevo una squadra che mi potesse dare più continuità, così decisi di passare all’Udinese con cui conquistai la qualificazione in Champions.
Ti immaginavi Liverani, tuo ex compagno, già in panchina in Serie A?
Non vi nego che è stato uno degli allenatori che sono andato a studiare circa un mese fa, sono andato a Lecce a seguire gli allenamenti. Liverani mi aspettavo potesse diventare un bravo allenatore, non e l’aspettavo però da De Zerbi, con cui ho avuto il piacere di giocare insieme. Ad averlo come Compagno non avrei mai pensato potesse diventare un allenatore, ora è tra i più bravi che c’è in giro.
Cosa ne pensi dell’arrivo a Napoli di Demme e Lobotka?
Questo del Napoli è un anno particolare, non è iniziato bene e sta proseguendo sui quei livelli. L’arrivo dei due centrocampisti potrebbe dare una mano senza dubbio alla squadra. Non conosco benissimo i due calciatori, Lobotka è un giocatore duttile, Demme più impostate per fare il vertice basso. Probabilmente il Napoli aveva bisogno di giocatori che riuscissero a coprire più zona del campo e per questo servono giocatori con maggiore gamba.
Con Conte l’Inter può vincere lo scudetto?
Vedendo gli obiettivi di mercato, se dovessero essere centrati, penso che potranno giocarsela fino alla fine. Anche l’uscita dalla Champions può dare un piccolo vantaggio, perché è una competizione che toglie tanto a livello nervoso. Quindi se dovesse centrare gli obiettivi di mercato potrebbe puntare allo scudetto fino alla fine.
Che ne pensi di Cutrone alla Fiorentina?
Se mi avessero chiesto quale giocatore servisse alla Fiorentina avrei risposto senza dubbio un attaccante. Uno con le caratteristiche di Cutrone. Avevo visto la Fiorentina qualche volta nell’ultimo periodo e avevo pensato che alla squadra viola servisse un attaccante in grado di attaccare la profondità, come riesce a fare Cutrone, bravo a dare una mano alla squadra in fase di non possesso. È stato un acquisto azzeccatissimo. Ho visto una Fiorentina con uno spirito diverso, che probabilmente rispecchia quello del proprio allenatore.