E’ l’ultima frontiera della pirateria, con pochi euro si acquista – illegalmente – una tessera, e con circa 5 o 10 euro al mese è possibile vedere comodamente seduti sul proprio divano di casa ‘tutto’ il meglio che offrono le piattaforme digitali a pagamento (da Sky a Netflix, passando per Premium e Dazn). Un sistema che in Italia è molto diffuso e che in termini di pirateria da vita a un fatturato annuo da capogiro. Da mesi le autorità si stanno impegnando per smantellare questo fenomeno reso florido spesso dall’ingenuità dei clienti, che pensano si tratti di un cosa di poco conto.
In realtà qui si parla di un vero e proprio reato penale. Intanto, la ricettazione. Poi, c’è la legge sul diritto d’autore, che prevede la confisca degli strumenti utilizzati per la fruizione del servizio, quindi ai ‘clienti’ vengono subito sequestrati televisione, computer e smartphone. Inoltre la legge per questi casi prevede anche la reclusione (fino ad 8 anni), e comunque sicuro una bella sanzione di 25mila euro, spese legali a parte.
Vista la larga platea di ‘abbonati’ il nucleo speciale Beni e Servizi della Guardia di Finanza, si è impegnata a fondo per risalire a quanti più clienti possibili, anche per dare un segno su scala nazionale. Così, grazie anche all’apporto della Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali (che nello specifico tutela il diritto d’autore), le indagini si sono concentrate sulla ‘sede’ delle trasmissioni decodificate illegalmente, che per ovvie ragioni si avvale di un’efficiente organizzazione, capace di gestire decine di ‘reseller’, per garantire il ‘servizio’ a centinaia di ‘abbonati’ che, non pensandoci, oltretutto ‘regalano’ a gruppi criminali i propri dati personali (da quelli anagrafici a quelli bancari), tracciando allo stesso tempo le proprie credenziali, automaticamente esposte anche alla pirateria informatica.
Una vasta operazione che portato all’individuazione di ben 223 clienti che ora passeranno davvero un brutto momento. Occhio…
Max