Sul terzo gradino del podio, al 17,5%, stando a quanto riporta il recente sondaggio Demos, si posiziona Il Partito Democratico distante 8,2 punti percentuale dal Movimento 5 Stelle (25,7%) e circa 15 punti percentuale (32,2%) dalla Lega di Matteo Salvini, ormai il fondamento del sistema politico italiano. Eppure il partito democratico prova a ridarsi slancio, soprattutto in vista della prossima fase congressuale che anticipa le primarie programmate per il 3 marzo 2019. E lo stato di salute elettorale del Partito Democratico è studiato da uno studio condotto dallIstituto Twig. Una analisi che si concentra in primisi sulle correnti interne al Pd. Il primo numero riguarda la crescita degli elettori confusi su chi dare la loro preferenza dopo il ritiro dalla corsa dellex ministro dellInterno Marco Minniti. Se il sei dicembre gli indecisi stavano al 24,8% degli elettori dem, il 21 dicembre lo stesso numero cresce al 29,5%. Poi vengono i sondaggi delle preferenze per i singoli candidati alla segreteria. Nicola Zingaretti è sensibilmente molto avanzato rispetto ai contendenti interni. E se il 6 dicembre aveva preso il 39,3% delle intenzioni di voto, il 21 dicembre arriva al 48,1%. A un centimetro dal traguardo della maggioranza assoluta che gli permetterebbe di diventare segretario senza la fase dellAssemblea nazionale del Pd. In seconda posizione Maurizio Martina che dopo il ritiro di Minniti passa, nello stesso periodo dal 27% al 43,2%. La novità è rappresentata Giachetti è, per adesso, all8,7% dei consensi. Il sondaggio di Twig ha anche cercato di prevedere le stime di un possibile elettorato di un eventuale “partito di Renzi”. Il 21 dicembre alla domanda: “Se Matteo Renzi fondasse un nuovo partito, lei sarebbe disposta a votarlo?” il 10,8% degli intervistati hanno espresso parere favorevole e il 2,2% si sono dichiarati “elettori sicuri” di un nuovo movimento politico guidato dallex premier.