Nell’ambito dei provvedimenti legati alle Partite IVA, si avvia una fase di esami e valutazioni alla Camera della nuova flat tax 2020: di che cosa stiamo parlando? In poche parole consiste nella cosiddetta Irpef Ires plus, ovverosia una imposta sui redditi incrementali ipotizzata anche, in particolare, per contrastare l’evasione fiscale. Ma verso quali categoria sociali agirebbe? Ecco come dovrebbe funzionare.
Nel novero delle Partite IVA, si ritorna a discutere di flat tax: è infatti in fase di esame nella Commissione Finanze della Camera la cosiddetta Irpef Ires plus, vale a dire una tassa forfettaria sugli aumenti di reddito concepita anche per frenare l’evasione fiscale.
Il primo firmatario della proposta di legge per dare il via alla nuova flat tax per le partite IVA è l’Onorevole Alberto Gusmeroli della Lega. L’esame del progetto di legge è partito il 15 luglio 2020.
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Ma che cosa è, o sarebbe, la nuova flat tax? Dovrebbe trattars di un’imposta sostitutiva di Irpef ed Ires, pari al 15%, da applicare esclusivamente sugli incrementi di reddito. La nuova flat tax per le partite IVA, il cui esame è iniziato il 15 luglio 2020 in Commissione Finanze della Camera, dovrebbe dunque voler mirare a toccare un trittico di obiettivi: ridurre le tasse, semplificare, e favorire l’emersione di redditi non dichiarati.
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La nuova flat tax del 15% si applicherebbe, stando a quanto previsto dal progetto di legge della Lega, agli incrementi di reddito conseguiti, e sostituisce Irpef ed Ires.
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Agli incrementi di reddito sottoposti alla flat tax si applicherebbero poi detrazioni e deduzioni. Viceversa, non si dovrebbero versare i contributi INPS. La nuova flat tax del 15% dovrebbe pertanto voler premiare gli aumenti di reddito. Tra le indicazioni della proposta di legge Gusmeroli, viene suggerita la conformità del reddito e l’esonero dagli accertamenti fiscali sela somma aggiuntiva dichiarata dal contribuente superi del 10% il reddito lordo dichiarato nell’anno precedente.
In tal contesto, il reddito sarebbe considerato conforme e non accertabile, tranne nei casi in cui l’evasione – o il mancato reddito dichiarato – stabilisca l’esistenza di reati penali di natura fiscale, di mancata dichiarazione dei redditi esteri o altri reati.
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Quello che, in pratica, qualcuno ha definito come “regolarizzazione a rischio zero” che secondo alcune posizioni critiche potrebbe incoraggiare e evasori fiscali seriali, ma per i fautori potrebbe contribuire a ridurre il vastotax gap che da sempre caratterizza l’Italia. Stabilire le potenzialità e le criticità dell’Irpef Ires plus è compito ora del Parlamento. Si parte dall’esame della Commissione Finanze della Camera, inaugurato il 15 luglio 2020 e analizzato nelle prossime settimane.
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