Home ATTUALITÀ Partite Iva e Coronavirus: i professionisti romani raccontano la crisi (VIDEO)

    Partite Iva e Coronavirus: i professionisti romani raccontano la crisi (VIDEO)

    Esiste un virus subdolo e implacabile, che fa il suo percorso parallelo con il Coronavirus in maniera silenziosa: si chiama crisi economica. Una sofferenza che ha investito gran parte dei cittadini, con alcune categorie in particolare (come i lavoratori a partita Iva) che hanno risentito in maniera importante della chiusura forzata e l’impossibilità di produrre e lavorare.

    Liberi professionisti, negozianti, ristoratori e tantissimi altri sono da quasi due mesi al palo, e le misure di sostegno pensate dal governo non bastano di certo a colmare la ferita profonda. Bonus di 600 euro prima, alzato ad 800 euro poi, ma è davvero questo ciò di cui hanno bisogno le partite Iva?

    Partite Iva, il video testimonianza dei cittadini di Roma e dintorni in difficoltà

    Nel video che vi mostriamo in questo articolo, ci sono tante testimonianze da Roma e dintorni, di professionisti a partita Iva che denunciano uno stato di crisi ormai difficile da risanare.

    Sogni infranti, difficoltà insormontabili e futuro sempre più nero: un grido d’aiuto, uno sfogo da chi non avrebbe mai immaginato di trovarsi in queste condizioni per colpa di un virus, e che non ce la fa più.

    “Ho un ristorante a Nettuno. Per me aprire un ristorante è stata la soddisfazione della vita, oggi è come se avessi perso un pezzo del mio corpo”. Inizia così il video documentario con le parole di Danilo, affranto per aver visto frantumarsi il suo sogno di essere un ristoratore. “Mi chiamo Claudia e ho una bellissima attività, dove ho investito tanto” esordisce un’altra protagonista del video. “Ora ho paura di non riuscire a riaprire”.

    Storie diverse ma comuni: impegno, creatività, fatica e poi una ghigliottina per tutti loro, a tarpare le ali, a rovinare progetti e aspirazioni. “La nostra storia inizia dal 1936, ho una gelateria nel Lazio che aprì mio nonno” racconta un’altra voce. E la richiesta è più o meno sempre la stessa: risposte, rassicurazioni, un barlume di speranza per il futuro.

    Un futuro ancora tutto da scrivere, da decifrare e i cui contorni sono sempre più sfumati. Fra una fase 2 pronta a partire fra dubbi e regole certe, l’unica sicurezza: la ferita è profonda e non c’è più molto tempo da perdere.