Oggi, 27 novembre, esattamente due settimane dopo gli attentati di Parigi, la Francia rende un solenne omaggio alle sue 130 vittime. Alla presenza delle massime autorità francesi, di molti familiari e di altrettante persone rimaste ferite in seguito allassalto, il capo dello Stato francese, Francois Hollande, ha presieduto a una cerimonia in onore dei caduti. Levento si è svolto questa mattina, tra le 10:30 e le 11:30, nellimmenso cortile interno dellHotel des Invalides. Lomaggio, apertosi e conclusosi con la Marsigliese e trasmesso in diretta da tutte le reti televisive francesi, ha visto una partecipazione attiva dei cittadini che, dopo un doveroso invito, hanno esposto le bandiere tricolori alle loro finestre. Dopo l’inno, il silenzio è stato rotto da un commovente omaggio sonoro, “Quand on a que l’amour”, di Jacques Brel, interpretato dai tre cantanti francesi Camelia Jordana, Nolwenn Leroy e Yael Naim. Il tutto è stato, poi, seguito dalla lettura, lenta e scandita, dei nomi, cognomi ed età delle 130 vittime, la maggior parte delle quali giovani. Proprio questa generazione vittima degli attentati oggi è diventata il volto della Francia, ha affermato Hollande. Lunico a prendere la parola, nel corso della cerimonia, è stato, infatti, lo stesso presidente che, recitando un discorso scritto di suo pugno, ha intrattenuto i partecipanti per una ventina di minuti. Moltiplicheremo le canzoni, i concerti, gli spettacoli, continueremo ad andare negli stadi, ha detto il capo dello Stato in uno dei passaggi più significativi del suo intervento. Ha poi continuato, non cederemo né alla paura né all’odio, sottolineando come la gran parte delle vittime fossero trentenni, donne e uomini che svolgevano le più diverse mansioni. Ad esempio molte delle giovani vittime avevano fatto della musica la loro professione. Ma la musica e’ insopportabile per i terroristi. Per rispondere nel modo migliore, ha quindi sottolineato il presidente, noi moltiplicheremo le canzoni, continueremo ad andare ai concerti, agli stadi e a salvaguardare la nostra identità. E, mentre scorrevano su un maxischermo le immagini delle vittime, Hollande ha ricordato che la Francia farà di tutto contro il terrorismo, senza pietà, per proteggere i nostri figli. Dopo aver seppellito i morti, ripareremo i torti dei sopravvissuti. Secondo il presidente, infatti, gli autori delle stragi di Parigi hanno ucciso nel nome di una causa folle e di un Dio tradito, colpendo la Francia da un atto di guerra organizzato da lontano. Il titolare dellEliseo ha, pertanto, ribadito limpegno solenne, assunto dalla Francia, di distruggere un esercito di fanatici quale quello dellIsis. I terroristi, ha continuato il capo dello Stato, hanno il culto della morte, ma noi abbiamo l’amore per la vita. E conosciamo il nemico: è l’odio, quello che ha ucciso a Bamako, a Tunisi, a Parigi. Ma la Francia, ha proseguito, non e’ nemica di nessun popolo: vuole proteggere i più deboli e non perseguire alcun tipo di dominazione. La Francia resterà se stessa così come l’avevano amata coloro che sono scomparsi. Se ci fosse bisogno di una ragione per restare in piedi, per batterci per i nostri principi e difendere la nazione, la ritroveremo nel loro ricordo, ha concluso, trattenendo le lacrime, il presidente.
Martina De Vito