Le parole del Papa si levano dal cimitero francese di Roma: “Queste tombe sono un messaggio di pace: fermatevi fratelli e sorelle, fermatevi fabbricatori di armi, fermatevi!”, dice il pontefice nell’odierna omelia. Il suo è un appello accorato: “Queste tombe gridano pace”. Poi si domanda: “Lottiamo sufficientemente perché non ci siano le guerre, perché non ci siano le economie dei Paesi fortificate con l’industria delle armi?”.
“Questa gente, brava gente, è morta in guerra – ha detto Papa Francesco nel ricordare le vittime delle guerre: “È morta perché è stata chiamata a difendere la patria, difendere valori, difendere ideali e tante altre volte difendere situazioni politiche tristi e lamentabili. Sono le vittime, le vittime della guerra che mangia i figli della patria. Io penso ad Anzio, a Redipuglia, penso al Piave nel ’14, tanti sono rimasti lì, penso alla spiaggia in Normandia, 40mila in quello sbarco”.
Il pontefice stigmatizza poi il lavoro minorile nel corso di un incontro della Fao sull’eliminazione del lavoro minorile in agricoltura “un flagello che ferisce crudelmente l’esistenza dignitosa e lo sviluppo armonioso dei più piccoli, limitando considerevolmente le loro opportunità di futuro, poiché riduce e lede la loro vita per soddisfare i bisogni produttivi e lucrativi degli adulti”.
Conclude il pontefice: “Da questo incontro si levi potente un grido che esiga dalle istanze internazionali e nazionali competenti la difesa della serenità e della felicità dei bambini! L’investimento più redditizio che l’umanità può fare è la protezione dell’infanzia!”.