“L’Italia e la comunità internazionale guardano con attenzione del tutto speciale al suo viaggio nel continente americano. Sono vive le aspettative per la sua visita a Cuba dopo il recente storico riavvicinamento a Washington, per il quale la Santa Sede ha svolto un ruolo di primo piano. Parimenti intensa è l’attesa per la missione negli Stati Uniti. E particolare interesse rivestirà infine l’attesa visita alle Nazioni Unite ed il suo intervento, nel settantesimo anniversario della fondazione e nel ricordo del discorso che vi tenne il suo predecessore Paolo VI cinquant’anni orsono”. Così, con queste parole, il Presidente della Repubblica Italiana, Mattarella, ha salutato la visita di Papa Francesco (è il suo decimo viaggio apostolico), nelle Americhe. Prima tappa Cuba, Bergoglio è il terzo Pontefice a visitare l’isola caraibica dopo Giovanni Paolo II (1998), e Benedetto XVI (2012). Preceduto dal motto ’Misionero de la Misericordia’ (pensato sul Giubileo della Misericordia indetto per il prossimo 8 dicembre), l’aereo toccherà l’Avana alle 16 locali – le 22 da noi – di oggi. Sarà Raul Castro a fare gli onori di casa. Nel frattempo monta l’attesa negli Usa dove, dal 22 al 28 settembre, Bergoglio sarà impegnato in ben 24 tra incontri e visite (dal Congresso fino alla sede Onu di New York) ufficiali. La visita pastorale ha fornito un’occasione di più per rinsaldare i rapporti tra America e Cuba, con i due leader al telefono. a ringraziare l’ottimo lavoro ’diplomatico’ svolto dal Santo Padre per i due paesi americani. “I due presidenti hanno elogiato il ruolo che ha giocato Papa Francesco nel promuovere le relazioni tra i nostri due Paesi” hanno dichiarato dalla Casa Bianca, così come, dal canto suo, ha tenuto a sottolineare il ministero degli Esteri cubano. La visita di Papa Francesco negli Stati Uniti, special modo in un contesto internazionale così ’agitato’, vivrà un dispiegamento dei sistemi di sicurezza definito come dei più grandi mai approntati nella storia americana: decine di migliaia di agenti, soldati, mezzi meccanici e sistemi elettronici sofisticatissimi, con Fbi in testa, per quella che addirittura dal Pentagono definiscono come una “una sfida immensa”, per la sicurezza del Pontefice e dei previsti due milioni di fedeli che accorreranno a salutarlo nel soggiorno a stelle e strisce.
M.