Una telefonata che allunga la vita. E’ quella che Papa Francesco ha fatto a Marco Pannella, l’anziano leader radicale reduce da un delicato intervento per un aneurisma all’aorta addominale ma determinato a non risparmiarsi nella sua battaglia per i diritti dei detenuti. Dopo i saluti, Papa Bergoglio si è informato delle condizioni di salute di Pannella, chiedendogli se corrispondeva al vero quanto letto sui giornali circa la sua intenzione di riprendere subito lo sciopero della fame e della sete in favore dei carcerati. “E’ così”, ha confermato il leader radicale , spiegando che solo in questo modo riesce a tenere alta l’attenzione dei media sulla sua denuncia contro le condizioni disumane dei detenuti italiani. Anche a costo di mettere a repentaglio la sua salute, già debilitata a causa dell’intervento. Dopo uno scambio di opinioni, Pannella ha deciso di dar retta al Papa, almeno in parte, e ha interrotto per un momento lo sciopero della sete: ha bevuto un caffè, ha accettato di sottoporsi a due trasfusioni di sangue che erano state richieste dai medici del Gemelli; poi ha comunicato che da quel momento sarebbe tornato a non bere più nulla. L’annuncio di volere proseguire la sua protesta era stata comunicata da Pannella nella conferenza stampa di giovedì al Gemelli, l’ospedale dove è stato operato e dove è ancora ricoverato.Pannella si era presentato con un sigaro in bocca, “l’unico lusso che mi permetto” e aveva rilanciato la battaglia per giustizia più giusta e per l’amnistia che “alleggerirebbe la disumana situazione carceraria”. Pannella ha ricordato come l’Unione Europea abbia condannato lo Stato italiano innumerevoli volte imponendo anche il risarcimento dei danni ai detenuti. “Questa situazione è inaccettabile – ha detto Pannella – dovrebbe essere giudicata dal Tribunale di Norimberga”.