In un paese calciocentrico come l’Italia è passata del tutto inosservata una notizia molto particolare. Si può osare dicendo più unica che rara. Ieri, giovedì 18 giugno, un giocatore del Settebello, per i non addetti ai lavori la nazionale italiana di pallanuoto, si è laureato in Giurisprudenza. Fino a qui tutto abbastanza nella norma. Sono tanti i pallanuotisti che, tra una bracciata e l’altra, intraprendono con successo la carriera universitaria. Ma il neodottore Vincenzo Dolce, classe ’95, salernitano doc (ma trapiantato in Lombardia da ormai due anni) ha discusso la tesi mentre partecipa al collegiale di Siracusa con la nazionale, tra un duro allenamento e l’altro (mica come quelli che facevamo noi in quarantena per tenerci in forma!). Non una cosa da tutti giorni. E non si parla di un giocatore ‘qualunque’. Nel luglio scorso Vincenzo è tornato in Italia con un oro al collo dai mondiali di Gwangju, in Corea del Sud, dove il Settebello, per la quarta volta nella sua storia, ha conquistato il tetto del mondo. La rivale era la Spagna, un amarcord per gli aficionados. In finale il dottor Dolce, con la calotta n. 12 da outsider, realizzò una splendida doppietta. Qualcuno si riesce a immaginare un campione del mondo che, dal ritiro della nazionale, posa costume e occhialini per il nuoto e si siede davanti al pc per parlare di diritto? Io, personalmente, no. Ma vi lascio alle sue parole.
Vincenzo, partirei dalla laurea di ieri.
Quella di ieri è stata una giornata che ricorderò per tutta la vita. La discussione della tesi è stata veramente atipica. Sono uscito dall’allenamento un po’ prima dei compagni, mentre tutti mi incoraggiavano e mi gridavano in bocca al lupo. Poi, tornato in albergo, mi sono collegato con il computer e ho discusso la mia tesi in procedura civile; precisamente sul principio del contraddittorio nell’arbitrato. Dopo la proclamazione abbiamo festeggiato con la squadra. È stata una grande festa. Nelle difficoltà di questi tristi mesi posso dire che la modalità telematica di discussione della tesi mi ha permesso quantomeno di rimanere a Siracusa, sede del collegiale con la nazionale, e tagliare questo traguardo con la mia seconda famiglia.
Mister Sandro Campagna vi ha concesso una tregua per festeggiare?
Assolutamente sì. Non abbiamo fatto l’allenamento del pomeriggio e abbiamo festeggiato con la squadra e lo staff a bordo piscina dell’hotel, dove mi hanno spinto in acqua (ndr non sia mai ne avesse sentito la mancanza). Anche a cena mi hanno organizzato torta e spumante da stappare. È stata davvero una bella giornata. Il giorno dopo alle 8 eravamo di nuovo in acqua.
Oltra alla laurea sei anche campione del mondo. Che è esperienza è stata quella di Gwangju 2019.
È stata l’esperienza più bella della mia vita. Era la mia prima competizione con la nazionale maggiore. Ero super emozionato e teso. Poi l’organizzazione coreana è stata bellissima, sembrava di partecipare a un’Olimpiade. Penso di aver realizzato solo adesso, dopo un anno, quello che abbiamo fatto vincendo l’oro. Essere campione del mondo è una cosa che ti porti dietro tutta la vita. Speriamo ci siano tante occasioni come questa.
A proposito di Olimpiadi. Tokyo 2020 è slittata di un anno causa Covid-19. Com’è stato ricominciare dopo la pausa forzata e quali sono le ambizioni del Settebello?
Riprendere dopo quattro mesi di stop non è stato facile. La priorità è ottenere la forma fisica dell’estate scorsa. Il mister ci ha parlato anche delle motivazioni: non è sempre facile dare il 110% a ogni allenamento con un obiettivo a lungo termine. Ma, data l’importanza dell’appuntamento, con la testa siamo già pronti. Ovviamente poi la selezione per far parte dei 13 convocati a Tokyo sarà difficilissima. Sarà una lotta e una scommessa. Partecipare alle Olimpiadi è il mio sogno da quando ero piccolo. Incrociamo le dita.
Dopo due anni alla BPM Sport Management di Busto Arsizio, l’anno olimpico lo giocherai a Brescia, un’altra piazza importante.
Sono contento di aver scelto Brescia. È la seconda squadra più forte d’Italia dopo il Recco e si è rinforzata tanto per la prossima stagione. L’allenatore è uno dei più forti in circolazione (ndr Sandro Bovo), credo di aver fatto la scelta migliore. Non vedo l’ora di iniziare.
Com’è stato, per uno sportivo del tuo livello, fermarti in questi mesi?
Essendo la pallanuoto uno sport d’acqua, ho perso tanto allenamento. Ho fatto, come i miei compagni, attività fisica a secco con il preparatore Alessandro Amato, ma quello che si fa in piscina non si può fare fuori. Io poi sono rimasto a Busto, lontano da casa, vicino a Milano, tra le zone più colpite d’Italia. Sono stati mesi difficili per tutti.
Gli obiettivi sportivi sono chiari. Con la laurea in tasca, invece, quali sono i progetti?
Onestamente quest’anno, dato che è anno olimpico, la pallanuoto è la priorità. Vorrei dare tutto me stesso per questo obiettivo. Nel lavoro non ho ancora le idee chiarissime, mi piacerebbe l’avvocatura, ma adesso non ho troppo fretta. Prima ci sono le Olimpiadi.
Mario Bonito