È morto oggi a 47 anni “per un male incurabile” Tibor Benedek, uno dei più grandi giocatori di pallanuoto di sempre. Nato a Budapest nel 1972, in carriera ha vinto tutto. Tre ori olimpici di fila con la sua Ungheria: il primo a Sidney nel 2000, poi Atene 2004 e, l’ultimo, a giochi di Pechino del 2008. Vinse anche l’oro ai mondiali di Barcellona nel 2003 e gli Europei di Siviglia nel ’97.
Ma anche tanta Italia, dove, con la calottina della Pro Recco, di cui è stato capitano, ha vinto quattro Champions League, sei Scudetti, quattro Coppe Italia, quattro Supercoppe Europee e una Lega Adriatica. Indimenticabile anche lo scudetto del ’99 con la Roma, dove trascorse cinque anni, dal 1996 al 2001. Mancino, centroboa, Tibor era imprevedibile per ogni difesa.
Nel 2012 dopo il ritiro a 40 anni dalla pallanuoto giocata, la federazione ungherese lo nominò CT della nazionale. Anche in panchina altre vittorie: campione del Mondo a Barcellona 2013, un argento e un bronzo agli europei del 2014 e del 2016. Meno fortunata la “spedizione di Rio”, dove un amaro quinto posto lo costrinse alle dimissioni.
Tibor è stato un gigante. Ma le sole vittorie in acqua non riescono a cogliere cosa è stato per la pallanuoto. Un uomo silenzioso, gentile, coltissimo. Tra un allenamento e l’altro divorava libri di storia, la sua grande passione oltre la pallanuoto.
“All’alba Tibi ha chiuso gli occhi per sempre”, hanno scritto i familiari, la moglie e tre figli. “Addio grande Tibor, hai scritto un pezzo della nostra storia: non ti dimenticheremo mai!” è l’ultimo saluto della squadra recchellina.
Mario Bonito