Home ATTUALITÀ Palestre e piscine, Confcommercio: “La metà dei centri sportivi di Roma rischia...

    Palestre e piscine, Confcommercio: “La metà dei centri sportivi di Roma rischia di chiudere”

    GIORGIO GUGLIELMI E SERENA TRULLI GESTORI CENTRO SPORTIVO NUOVO DPCM CHIUSURA CENTRI SPORTIVI E PISCINE PISCINA AL COPERTO

    “La metà dei centri sportivi di Roma rischia di chiudere. Gli altri potrebbero fare la stessa fine se non riaprono dal 5 marzo”. L’appello di Confcommercio Sport delinea il dramma che sta vivendo il settore. Da mesi palestre e piscine sono chiuse, gli sport da contatto banditi, così come gli allenamenti di qualsiasi tipo al chiuso.

    Resistono, con difficoltà, solo i centri sportivi con ampi spazi all’aperto. Si sono reinventati per far fronte all’emergenza, ma anche in quel caso il numero dei soci e degli iscritti è drasticamente calato. Non sorprende quindi che gli incassi nazionali del settore siano crollati del 90 per cento. E a farne le spese sono anche i lavoratori dello sport: 140 mila collaboratori e 40 mila subordinati.

    Molti dei quali a rischio licenziamento, perché la ripresa degli impianti sarà graduale e servirà meno personale. È questo infatti li piano presentato dal Comitato Tecnico Scientifico, che ha tracciato le linee guida per la riapertura di palestre e piscine mettendo al primo posto la sicurezza.

    Per questo le lezioni in palestra potranno essere solo individuali e in piscina sarà necessario uno spazio di 10 metri quadri a persona. Un piano approvato dagli scienziati e che spetterà al governo nascente mettere nero su bianco nel nuovo Dpcm in arrivo dal 5 marzo. Un primo passo lento ma concreto, in grado, secondo Confcommercio, di recuperare almeno il 30 o il 40 per cento di quanto perso finora.