Nel suo Paese girava come un boss. Un intoccabile, ricco e potente, si muoveva con la macchina blindata e sperperava soldi come niente. Ora la pacchia è finita e, soprattutto, nel peggiore dei modi, perché laccusa di trafficare in esseri umani è tra le cose più infami esistenti dopo la pedofilia. Mered Yehdego Medhane, un eritreo 35enne, finalmente estradato in Italia dopo esser stato arrestato nel Sudan lo scorso maggio. Luomo è ritenuto il più grande trafficante di migranti attraverso il deserto sahariano, prima, ed il Mar Mediterraneo, poi. Merito del suo arresto, le accurate immagini svolte dalla Procura di Palermo che, attraverso le operazioni Glauco e Glauco 2, avevano messo in luce “il ruolo di primaria importanza dii Mered nel traffico di esseri umani, ottenendo nei suoi confronti numerosi elementi di prova”. Mered “è stato oggetto di costante attività investigativa che ne ha confermato lo spessore criminale, la sua incessante attività nellorganizzazione di viaggi via mareverso le coste siciliane, il coordinamento da lui eseguito personalmente con i trafficanti responsabili della rotta terrestre africana ed i contatti diretti con i complici operanti in Europa (in particolare nei Paesi Bassi ed in Scandinavia), glienormi profittiderivanti da tale attività criminale e le assolute condizioni di disprezzo della vita umana delle vittime del traffico con cui sono state realizzate tali condotte criminali”. Il lavoro più grande è stato quello del monitoraggio telefonico che ha interessato Libia, Sudan, Etiopia, Eritrea, Emirati Arabi, ed altri numerosi paesi europei “a riprova delladimensione transnazionale del fenomeno criminoso. Le indagini spiegano gli inquirenti – hanno condotto, in data 24 aprile 2015, alla emissione di 24 mandati di arresto. Mered, rimasto latitante, è stato poi raggiunto da unmandato di arresto internazionale, a seguito dellordinanza emessa dallAutorità Giudiziaria di Palermo. Stante il ruolo apicale svolto da Mered, anche dopo larresto di numerosi componenti della organizzazione operante sul territorio europeo, è iniziata unincessante attività di ricerca dell’uomo, realizzata con una quotidiana collaborazione tra la Procura della Repubblica di Palermo, la Polizia di Stato Italiana (Squadra Mobile di Palermo e Servizio Centrale Operativo), con il supporto di altri Paesi europei”. Fondamentale nella mega operazione congiunta tra le diverse forze di polizia coinvolte, lapporto della National Crime Agency Britannica e della Polizia della Nca, che sono infine riuscite localizzare il bossfino ad un indirizzo nel quartiere di El Diem aKhartoum. “La sinergia e la stretta cooperazione tra tutte le Autorità Giudiziarie e di Polizia dei Paesi sopra citati, nonché tra il Ministero della Giustizia Italiano e quello Sudanese e con il Ministero dellInterno Italiano spiegano dalla Procura di Palermo – sono stati essenziali per il successo della operazione che costituisce una svolta fondamentale nel contrasto altraffico di esseri umani”.
M.