PALERMO – I BOSS DI CORLEONE PROGETTAVANO ATTENTATO AL MINISTRO DEGLI INTERNI ALFANO. TRA GLI ARRESTATI IL CAPOMAFIA ROSARIO LO BUE

Duro colpo al mandamento di Corleone: una maxi operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo e condotta da Carabinieri, unità cinofile ed elicottero, ha portato a  6 arresti, tra cui Rosario Lo Bue, capomafia già finito in carcere nel 2008, ma poi assolto e liberato. Alcuni mafiosi arrestatidai carabinieri, come rivelato da una intercettazione,pensavano di colpire il ministro dell’Interno Alfano, responsabile dell’inasprimento del 41bis. “Dovrebbe fare la fine di Kennedy. Se c’è l’accordo gli diamo una botta in testa. Sono saliti grazie a noi. Angelino Alfano è un porco. Chi l’ha portato qua con i voti degli amici? E’ andato a finire là con Berlusconi e ora si sono dimenticati tutti”. “Dalle galere dicono cose brutte su di lui – commentano i mafiosi Masaracchia e Pillitteri – è un cane per tutti i carcerati Angelino Alfano. Perché a Kennedy chi se l’è masticato (chi se n’è occupato ndr) Noi altri in America. E ha fatto le stesse cose –concludono i boss – prima è salito e poi se li è scordati”. Le accuse per i sei fermati sono di danneggiamento, illecita detenzione di armi e associazione mafiosa. Cosa nostra continua a essere contraddistinta da due ‘anime’: Lo Bue, capo carismatico e autorevole, porta avanti una linea d’azione prudente, sulla strada indicata dal boss Bernardo Provenzano. Mentre un altro esponente mafioso, Antonino Di Marco, arrestato nel 2014, si è più volte lamentato del modo di gestire gli affari di Lo Bue, ed è da sempre ritenuto vicino alle posizioni dall’altro storico boss corleonese Salvatore Riina. Dall’indagine è emerso che la mafia disponeva di un piccolo arsenale di armi nascoste.

D.T.