Aveva riposto le sue speranze di vita seguendo quelluomo più grande, che sembrava condividere gli entusiasmi e le emozioni dettate dal cuore. Ben presto però la realtà le si è parata davanti con tutto il suo orrore. Quello che pensava essere luomo della sua vita era uno spietato aguzzino che, non disdegnando atti di sadismo, obbligandola a prostituirsi (per 20 euro) a suon di botte e minacce, non di rado usava offrirla a più uomini contemporaneamente. Per sei lunghi anni ha vissuto segregata allinterno della loro abitazione, con la porta di ingresso chiusa dallesterno con un lucchetto e le finestre sbarrate con delle tavole di legno fissate con chiodi. Le uniche uscite quelle in cui i clienti preferivano averla o domicilio, o in squallidi sterrati rupestri, o per recarsi in ospedale dove, a causa delle percosse subite, ha subito la frattura del setto nasale, un trauma cervicale e, al momento non si sa se indotto, anche un aborto. Tutto questo fino a quando, disperata, ha trovato il coraggio di parlarne al padre, che lha immediatamente accompagnata nella locale stazione dei carabinieri di Partinico. E finalmente, grazie alle indagini dirette dal sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Palermo Siro De Flammineis e coordinate dal procuratore capo Francesco Lo Voi, a 28 anni la giovane è tornata a vivere. Per lui, lorribile 51enne, la procura diPalermoha emesso un provvedimento di custodia cautelare in carcere con l’accusa di sequestro di persona, riduzione in schiavitù, induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
M.