Le intercettazioni del procedimento a carico dell’ex consigliere del Csm Luca Palamara, imputato per varie ipotesi di corruzione, sono utilizzabili. Lo ha deciso il gup di Perugia Piercarlo Frabotta che ha respinto anche la richiesta della difesa di Palamara di disporre una perizia sul server a Napoli di Rcs, la società che ha fornito ai magistrati gli apparati e i programmi per svolgere le intercettazioni a carico dell’ex pm. Perizia a cui si erano opposti i pm della Procura di Perugia Mario Formisano e Gemma Miliani, guidati da Raffaele Cantone.
Nel corso dell’udienza di questa mattina al Centro Capitini sono stati sentiti in aula gli esperti del Cnaipic della Polizia Postale che hanno eseguito accertamenti irripetibili su venti file, riferibili al trojan sul telefono dell’ex consigliere del Csm, ancora presenti sul server. L’8 luglio prossimo iniziera’ la discussione quando a prendere la parola sara’ la procura.
“Prendiamo atto della decisione del giudice. Restiamo in attesa degli accertamenti definitivi da parte della procura di Firenze. La battaglia per la verità anche sul trojan continua. Ricorreremo nelle sedi opportune, in Cassazione e alla Corte Europea”, dice all’AdnKronos Palamara, commentando la decisione del gup di Perugia.
“Noi siamo sempre certi che il lavoro fosse stato fatto in modo corretto. Abbiamo individuato e portato gli aspetti critici all’esame del giudice ma siamo stati sempre confidenti e consapevoli che le intercettazioni erano state svolte in modo regolare. E oggi il giudice lo ha riconosciuto”, è il commento del procuratore di Perugia Raffaele Cantone.