Sono stati chiusi in camera di consiglio poco più di due ore, per dare seguito alla richiesta della procura generale della Cassazione: riservare nei confronti di Luca Palamara, ex presidente dell’Anm ed ex togato del Csm, il massimo della sanzione prevista. Così alla fine, i giudici del collegio della sezione disciplinare del Consiglio superiore (riconoscendo quando addebitato nei confronti di Palamara), hanno formulato il loro verdetto: rimozione dall’ordine giudiziario.
In sostanza sono due i punti sui quali la procura generale della Cassazione ha puntato il faro: in primis, quello del pessimo – e scorretto – comportamento avuto a danno dei colleghi, e a quanti candidati ai vertici della procura romana, inoltre, ancorpiù in imminenza delle nomine, il tentato condizionamento nei confronti dell’attività del Csm. L’ex togato infatti, Per la procura generale, ’’in violazione dei doveri di correttezza ed equilibrio, ha tenuto un comportamento gravemente scorretto nei confronti dei colleghi che avevano presentato domanda per il conferimento dell’ufficio direttivo di procuratore di Roma in quanto, discuteva della strategia da seguire ai fini della nomina oltre che con alcuni componenti del Csm, anche con una persona, Luca Lotti, per la quale la procura di Roma ha richiesto il rinvio a giudizio nell’ambito di una nota vicenda giudiziaria di risonanza nazionale come il caso Consip”.
Dunque, hanno commentato i giudici, “Palamara ha avuto un comportamento sicuramente grave’’ in quanto, ’’erano delineate e approfondite le eventuali ragioni ostative alla nomina di alcuni candidati, derivanti in particolare da un processo a carico di Marcello Viola, e vicende che concernerebbero il dottor Creazzo ipoteticamente ostative alla designazione‘’. In particolare poi, nei confronti di Giuseppe Creazzo era “prefigurata una strategia di danneggiamento’’. Allo stesso modo, altrettante scorrettezze sarebbero state ipotizzate nei confronti del procuratore aggiunto a Roma, Domenico Ielo. Non a caso infatti, Palamara discuteva “delle possibili strategie di discredito ai suoi danni”, prevedendo “ipotetici illeciti commessi dallo stesso’’.
Ed ancora, recita l’altra ‘incolpazione’, è stato stabilito che Palamara ha ‘’posto in essere un uso strumentale della propria qualità e posizione diretto, per la modalità di realizzazione, a condizionare l’esercizio di funzioni costituzionalmente previste quali la proposta e la nomina di uffici direttivi di vari uffici giudiziari da parte del Consiglio superiore della magistratura’’.
Dal canto suo Stefano Guizzi, legale di Palamara, ha commentato il verdetto affermando di avere “Massimo rispetto per la decisione’’.
A caldo Palamara ha preferito non rilasciare dichiarazioni, riservandosi eventualmente di intervenire attraverso una conferenza stampa nel pomeriggio inoltrato…
Max