Fin troppe volte in queste ultime settimane la Russia ha ribadito di essere disponibile a sedersi intorno ad un tavolo negoziale. Una disponibilità che, al contrario, le autorità di Kiev hanno puntualmente ‘smontato’, opponendo diverse motivazioni, in ogni caso molto più sbilanciate al proseguo delle ostilità che ad una tregua. Anzi, addirittura, il presidente Zelensky ha rilanciato, illustrando una ‘sua’ proposta di pace, come vedremo, a giudizio di Mosca articolata su tre punti inaccettabili.
Nello specifico, spiegando che quanto proposto dal presidente ucraino è soltanto un nuvo passo in direzione del proseguimento delle ostilità, Dmitry Peskov (nella foto) portavoce del Cremlino, ha obiettato che “Questi tre passi vanno nella direzione della continuazione delle ostilità“. Intanto, ha affermato, “Un ritiro militare dall’Ucraina non è ipotizzabile“, dunque “l’Ucraina deve accettare le realtà emerse in questo periodo. Ci sono realtà che si sono materializzate a causa della politica perseguita durante gli ultimi 15 o 20 anni dai vertici ucraini e dall’attuale regime“.
Appare abbastanza chiaro, ha continuato Peskov, che “Queste realtà indicano che la Russia ha nuovi membri apparsi a seguito di referendum in quei territori. Senza tenere conto di queste realtà è impossibile fare progressi“, ha spiegato il portavoce del Cremlino, sottintendendo all’annessione delle regioni ucraine di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia.
In particolare, nella sua proposta Zelensky contemplava l’arrivo di ancora più armi al suo Paese, la certezza di poter contare su una stabilità finanziaria e sociale dell’Ucraina nel 2023 e, infine, l’istituzione “di una nuova diplomazia, che porti a un processo di negoziati per fermare l’aggressione russa“.
Come spiega il portavoce russo, “L’Ucraina ha sempre guidato il processo di negoziazione e ha fatto tutto il possibile per fermare l’aggressione russa. Ora sentiamo che l’opportunità di usare la diplomazia per ottenere la liberazione di tutti i nostri popoli e di tutti i nostri territori è più vicina“. Quindi, ha proseguito Peskov, “Per questo il presidente ha proposto di tenere un vertice speciale, per determinare come e quando potranno essere applicati i punti della formula di pace ucraina, e ha chiesto ai leader del G7 di dimostrare leadership nell’applicazione della formula di pace”.
Dal canto suo, commentando questa difficile situazione, in video-collegamento col G7, ieri Zelensky ha ribattuto che “Se la Russia condurrà un ritiro delle sue forze dall’Ucraina, allora assicurerà una cessazione affidabile delle ostilità. Non vedo alcuna ragione per cui la Russia non potrebbe farlo ora, in tempo per Natale. Perché la guerra sia breve, ci serve un maggior aiuto“.
“Non posso dire con certezza quando finirà la guerra – ha affermato Zelensky – Combattiamo per tutto il mondo. La cosa più importante è che gli Stati Uniti e la comunità internazionale non vacillino nel loro sostegno all’Ucraina… Gli Stati Uniti sono leader nel sostegno fornito. Senza di loro per noi sarebbe molto dura. La domanda su quanto durerà la guerra dipende interamente da questo sostegno. Perché (la guerra) sia più breve, serve un maggior aiuto”.
Max