Rientro in presenza entro fine ottobre e – per evitare calche e assembramenti – flessibilità negli orari, anche in deroga, se necessario, a quanto previsto dal contratto nazionale di lavoro. Passa da qui l’atteso decreto della Pubblica amministrazione – messo a punto dal ministro Renato Brunetta – che disciplina le modalità di rientro in ufficio per gli statali, dopo che il Dpcm varato la scorsa settimana ha stabilito il ritorno in presenza nella pubblica amministrazione.
Obiettivo del provvedimento, visionato dall’Adnkronos, è quello di “realizzare il superamento dell’utilizzo del lavoro agile emergenziale come una delle modalità ordinarie di svolgimento della prestazione lavorativa alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, a decorrere dal 15 ottobre 2021, nel rispetto delle vigenti misure di contrasto al fenomeno epidemiologico adottate dalle competenti autorità”. Per farlo, le “amministrazioni organizzano le attività dei propri uffici prevedendo il rientro in presenza di tutto il personale entro i quindici giorni successivi alla data” del 15 ottobre, “assicurando, da subito, la presenza in servizio del personale preposto alle attività di sportello e di ricevimento degli utenti (front office) e dei settori preposti alla erogazione di servizi all’utenza (back office), anche attraverso la flessibilità degli orari di sportello e di ricevimento dell’utenza”.
E allo scopo di evitare che il personale che accede alla sede di servizio si concentri nella stessa fascia oraria, “individua, anche in relazione alla situazione del proprio ambito territoriale e tenuto conto delle condizioni del trasporto pubblico locale, fasce temporali di flessibilità oraria in entrata e in uscita ulteriori rispetto a quelle già adottate, anche in deroga alle modalità previste dai contratti collettivi e nel rispetto del sistema di partecipazione sindacale”.