Smart working e Pa, arrivano le linee guida per “delineare la modalità di svolgimento della prestazione lavorativa cosiddetta agile avendo riguardo al diritto alla disconnessione, al diritto alla formazione specifica, al diritto alla protezione dei dati personali, al regime dei permessi e delle assenze ed alla compatibilità con ogni altro istituto del rapporto di lavoro e previsione contrattuale”. E’ l’obiettivo indicato nello schema di Linee guida, la cui bozza è stata visionata dall’Adnkronos, in materia di lavoro agile nelle amministrazioni pubbliche modalità organizzative per il rientro in presenza dei lavoratori delle pubbliche amministrazioni. Le linee guida saranno illustrate oggi ai sindacati dal ministro della Pa Renato Brunetta.
“Le presenti linee guida – si legge nel testo della premessa – anticipano in parte quello che sarà previsto nei ccnl per tutti i comparti e sono rivolte alle pubbliche amministrazioni e agli altri enti ad esse assimilati tenuti a prevedere misure in materia di lavoro agile, ed hanno l’obiettivo di fornire indicazioni per la definizione di una disciplina che garantisca condizioni di lavoro trasparenti, che favorisca la produttività e l’orientamento ai risultati, concili le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori con le esigenze organizzative delle pubbliche amministrazioni, consentendo, ad un tempo, il miglioramento dei servizi pubblici e dell’equilibrio fra vita professionale e vita privata”.
“In tal senso, l’intervento – prosegue il testo -si propone di delineare la modalità di svolgimento della prestazione lavorativa c.d. agile avendo riguardo al diritto alla disconnessione, al diritto alla formazione specifica, al diritto alla protezione dei dati personali, al regime dei permessi e delle assenze ed alla compatibilità con ogni altro istituto del rapporto di lavoro e previsione contrattuale”.
Al lavoratore in smart working “si deve fornire il lavoratore di idonea dotazione tecnologica”, si legge ancora nel capitolo sulle condizioni per l’accesso alla prestazione lavorativa in forma agile. “Per accedere alle applicazioni del proprio ente può essere utilizzata esclusivamente la connessione Internet fornita dal datore di lavoro”, indica il testo. “Se il dipendente ha un cellulare di servizio, è possibile inoltrare le chiamate dall’interno telefonico del proprio ufficio sul cellulare di lavoro”.
“L’amministrazione – prosegue il testo – deve prevedere apposite modalità per consentire la raggiungibilità delle proprie applicazioni da remoto. Se le applicazioni dell’ente sono raggiungibili da remoto, ovvero sono in cloud, il dipendente può accedere tranquillamente da casa ai propri principali strumenti di lavoro. Alternativamente si può ricorrere all’attivazione di una Vpn (Virtual Private Network, una rete privata virtuale che garantisce privacy, anonimato e sicurezza) verso l’ente, oppure ad accessi in desktop remoto ai server. Inoltre, l’amministrazione, dovrà prevedere sistemi gestionali e sistema di protocollo raggiungibili da remoto per consentire la gestione in ingresso e in uscita di documenti e istanza, per la ricerca della documentazione, etc.”.
In nessun caso, si legge nel capitolo su privacy e sicurezza, può essere utilizzata una utenza personale o domestica del dipendente per le ordinarie attività di servizio.