“Il motivo per cui ho accettato questo incarico l’ho detto più volte: la mia storia è questa, quando il mio Paese chiama io rispondo, perché io ci sento benissimo, e al grido di aiuto dell’Italia si risponde. Sempre. Anche quando, come in questo caso, ci sono rischi a cui sapevo di andare incontro. Ma oggi più che mai sono fiero di essere italiano, fiero di aver accettato questo incarico e fiero di averlo portato a termine”.
Così Guido Bertolaso il quale, benché in parte bloccato dal contagio da Covid-19, ‘alla faccia’ dei suoi detrattori, da manager serio e preparato, ha mantenuto fede all’impegno con la regione Lombardia, onorandolo al meglio. Ed al voto ‘simbolico di 1 euro!
L’ex Capo della Protezione Civile, ha ‘idealmente’ inaugurato il nuovo ospedale Fiera Milano, attraverso un messaggio letto da Gerardo Solaro del Borgo stamane all’inaugurazione. “Gli operai e le imprese si sono applicati con turni h24 durante le giornate, nessuno si è risparmiato, tutti hanno lavorato ventre a terra che è quello che avevo chiesto appena sono arrivato qui. Per primo ho cercato di dare l’esempio”. Infine Bertolaso ha tenuto a ringraziare “il presidente Fontana per la fiducia, il presidente Pazzali per l’enorme collaborazione e capacità organizzative, i volontari del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta e tutto il mio team di professionisti che in maniera volontaria sono venuti ad aiutarmi“.
“C’è il paziente al centro di quest’opera”
”Avevamo fatto una promessa e l’abbiamo mantenuta – scrive ancora Bertolaso – Non abbiamo realizzato un ospedale da campo, come purtroppo a volte in emergenza ci siamo trovati costretti a fare in passato. Non abbiamo realizzato un lazzaretto, lo abbiamo detto fin dall’inizio. Qui in Fiera abbiamo creato un vero e proprio ospedale specialistico. Un ospedale ideato e costruito nel rispetto del paziente e di tutti gli operatori sanitari e non che li assistono. Perché è proprio la figura del paziente al centro di quest’opera. Chi entra qui avrà ambiente, struttura, attrezzature e assistenza ottimale per le proprie esigenze di salute”.
“E’ la più grande terapia intensiva italiana”
Funzionale ed innovativo, con 8 reparti da 53 letti ciascuno, questo Covid sorto all’interno della Fiera di Milano, garantirà a breve ben 200 posti di terapia intensiva, con 220 tra medici ed anestesisti, e 500 infermieri. La struttura nasce con l’intento di servire non solo la Lombardia, ma l’intero Paese, laddove vi siano problemi di posti.
Come ha commentato Enrico Pazzali, presidente della Fondazione Fiera Milano, “Credo sia la terapia intensiva più grande d’Italia”. Al momento, ha aggiunto Pazzali, “non è previsto l’arruolamento di medici dall’estero”, è stato spiegato. “I posti erano 400 perché quando abbiamo disegnato il primo layout si trattava di un ospedale da campo – ha spiegato ancora Pazzali – Attraverso il supporto dei colleghi esperti della direzione generale sanità, abbiamo raffinato il progetto fino ad arrivare a oltre 200. Questi posti di terapia intensiva avranno a disposizione di centinaia di metri quadrati di servizi e della parte radiografica, che hanno occupato un certo spazio”.
“L’enorme impegno dei 500 operai…”
Poi ripercorrendo lo stress degli ultimi giorni, il presidente della Fondazione Fiera ha mostrato segni di commozione: ”E’ stato molto duro ma abbiamo fatto un buon lavoro. La prima parte dei lavori è finita, è iniziata la seconda e abbiamo l’obiettivo di arrivare a questo secondo risultato. I ringraziamenti vanno alle 500 persone che hanno lavorato qua, senza mai fermarsi e a volte senza neanche andare in bagno. Un grande grazie va anche a Guido Bertolaso, il consulente della Regione, che si è ammalato perché è venuto ad aiutarci. E’ stato un esempio di come si deve dedicare parte della nostra vita al Paese, grazie per quello che ci ha dimostrato in questi giorni di difficoltà”.
“Un progetto che sarà replicato anche al Sud”
Dal canto suo il governatore lombardo, Attilio Fontana, ha tento a sottolineare che ”Qui non è stato realizzato un ospedale da campo, ma un ospedale di altissima qualità e tecnologia. Secondo il mio parere potrà diventare un punto di riferimento per la rianimazione di tutto il nostro Paese, tanto è vero che il Governo ha già detto di voler riprodurre quello che abbiamo fatto in Fiera al Centro e al Sud d’Italia, proprio perché, se si dovessero ripetere emergenze di questo genere, ci possa essere la garanzia di una diga”.
“Ho costretto Bertolaso a un tour de force”
Quindi il presidente lombardo ha tenuto a ringraziare personalmente Guido Bertolaso: ”L’ho sottratto a un momento di riposo meritato e l’ho costretto a venire a Milano a sottoporsi a un tour de force, a lavorare e a correre dei rischi. Noi gli siamo vicini, siamo convinti che vincerà questa ulteriore battaglia senza problemi. Lui è stato un altro elemento catalizzatore e ha saputo trasformare un’idea in qualcosa di concreto“.
“E’ il simbolo della battaglia vincente al Covid-19”
Fontana ha affermato che, senza dubbio, “questo ospedale sarà il simbolo della battaglia vinta sul coronavirus, sarà il simbolo della ripresa della regione. A una condizione: non abbiamo vinto ancora niente. Mi raccomando: non diffondiamo troppo entusiasmo perché non abbiamo vinto niente. Bisogna ancora rimanere a casa e rispettare le regole – ha quindi rimarcato – Solo così potremo vincere definitivamente la nostra battaglia”.
“Grazie al gran cuore di 1.200 benefattori”
Infine un pensiero ed un grazie ai “benefattori”, che grazie alle loro donazioni, hanno permesso alla Regione di realizzare l’ospedale, “costruito con tutte le loro risorse – sottolinea Fontana – un bell’esempio della storia della Lombardia, fatta di gente operosa, proattiva e generosa. Questa è la rappresentazione della storia della Regione che prosegue la storia del Policlinico, l’ospedale dei milanesi. L’opera – conclude quindi il governatore – è stata interamente finanziata da 1.200 donatori con il loro contributo da 10 euro a 10 milioni”.