Opportunity Network , la piattaforma che connette 20mila amministratori delegati in tutto il mondo, lancia una nuova sfida: aiutare le imprese a schivare (legalmente) i dazi con la tecnologia. Un metodo tecnicamente molto semplice: chi produce ed esporta merce sottoposta a dazi in un determinato Paese, riesce a trovare acquirenti in un altro mercato e lo spazio vuoto lasciato da un esportatore riesce ad essere rimpiazzato con le merci in arrivo da una nazione terza.
Brian Pallas, 31 anni, fondatore e ceo di Opportunity Network ha spiegato nel dettaglio il lavoro svolto dalla sua piattaforma: “Noi che aiutiamo le imprese a trovare controparti commerciali, abbiamo notato che spontaneamente, da quando le tariffe sono state annunciate, si sono formate triangolazioni nel tessuto economico capaci di aggirare i dazi. Ad esempio, se prima un americano comprava alluminio da un cinese e un cileno da un peruviano, ora il cinese vende ai cileni e il peruviano vende agli americani. E alcuni clienti ci hanno chiamato per ringraziarci”.
La piattaforma, presente oggi in 128 Paesi, vuole continuare a facilitare gli scambi mettendo in contatto domanda e offerta. Il percorso iniziato da Pallas nel 2014 sta dando i primi risultati, maturati proprio negli ultimi mesi: probabilmente per merito della politica commerciale di Donald Trump, ma il valore del flusso daffari generato dalla piattaforma è cresciuto in modo esponenziale solo nellultimo mese: 30 miliardi di euro, praticamente un quarto dei 140 miliardi smossi dalla sua nascita.
La sede operativa si trova a Barcellona, dove si sono trasferiti e vivono gran parte dei suoi oltre cento dipendenti, (che hanno dichiarato di stare benissimo e “da qua non ci spostiamo”); Opportunity Network, tra le altre, ha recentemente chiuso accordi di distribuzione con Abn Amro e Ubs: il prossimo traguardo della startup (anche se è ormai erroneo chiamarla così) è quello di rafforzarsi in Asia.
Cinquanta, finora, gli investitori entrati nella piattaforma: dieci solo negli ultimi dodici mesi e altrettanti i milioni di euro raccolti; lultimo ad entrare nel capitale con un investimento di due milioni di euro, a febbraio, è stato Michael Spencer, filantropo, fondatore di Nex e ritenuto uno dei self made men più ricchi di Londra.
Ora non resta che entrare nel mondo wealth e dei family office, dove Opportunity Network sta cercando di muovere i primi passi: “Oltre alle opportunità commerciali ha spiegato ancora Pallas porteremo agli amministratori delegati anche capitali e opportunità di investimento: vogliamo diventare uno one stop shop per i ceo nel mondo, come già lo è Amazon per i consumatori”. LItalia è uno dei primi mercati, con tremila amministratori delegati iscritti al sito e proprio dai loro movimenti, si intuisce che qualcosa sta cambiando: “Il momento di crisi è superato. dice Pallas Fino a qualche anno fa, gli Ad italiani cercavano ancora di tagliare i costi, oggi vogliono espandersi, investire per specializzarsi o internazionalizzarsi”.
Secondo limprenditore, Milano (dove ha studiato per qualche periodo) è la città che più sta cominciando ad assomigliare a Barcellona: “Milano sta crescendo come città internazionale per le sue offerte culturali e sta creando un ecosistema giusto per le imprese innovative”. È una città che “non isola e non fa sentire degli expat i ragazzi di talento che da tutto il mondo hanno iniziato a scegliere lItalia come meta per crescere”.
Nel futuro di Opportunity network, valutata ormai circa 200 milioni di dollari sul mercato, potrebbe esserci presto un altro aumento di capitale, di cui non è stata ancora decisa la taglia: “Ci servirà per continuare a crescere ed assumere altri business relationship manager che sono spesso nativi di un Paese extra europeo e quindi in grado di supportare meglio i clienti parlando la loro lingua e facendoli sentire a casa”.