CRONACA

Operazione antimafia contro il clan di Regalbuto: 13 arresti

Un’operazione antimafia condotta dalla polizia ha svelato come, una volta rilasciato dal carcere, il boss A.P.A. abbia ripreso il comando del clan mafioso a Regalbuto, consolidando il controllo sul territorio. Il blitz, denominato “Lua Mater”, ha portato all’arresto di 13 persone tra Regalbuto e Pietraperzia e al sequestro di armi da guerra. Gli arrestati sono accusati di vari reati, tra cui associazione mafiosa e traffico di armi. Le indagini hanno mostrato come A.P.A. fosse coinvolto nella gestione di attività illecite, nella risoluzione di dispute private e nel controllo del traffico di droga. Il suo ruolo di leader mafioso emerge chiaramente anche dal suo coinvolgimento in estorsioni e regolazioni violente di conti.

Dopo la scarcerazione, A.P.A. ha rapidamente ristabilito la sua posizione di potere all’interno del clan mafioso di Regalbuto, un piccolo comune in provincia di Enna. L’operazione “Lua Mater”, condotta dalla Squadra Mobile di Enna e dal Commissariato di Leonforte sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, ha portato all’arresto di 13 persone accusate di diversi crimini, tra cui associazione per delinquere di stampo mafioso e detenzione di armi da guerra. Gli investigatori hanno svelato che A.P.A. non solo controllava le attività illecite nel territorio, ma fungeva anche da arbitro in controversie locali. A esempio, ha recuperato beni rubati dietro riscatto e ha regolato conti tra spacciatori.

Aggiornamento ore 15

Il potere di A.P.A. si estendeva oltre il traffico di droga, includendo la risoluzione di dispute e l’imposizione di regole ferree tra i suoi affiliati. Un episodio emblematico riguarda il pestaggio di un pusher che aveva spacciato droga senza la sua autorizzazione. Nonostante il giovane spacciatore fosse più forte fisicamente, non ha opposto resistenza, dimostrando la totale soggezione al potere mafioso di A.P.A. Questo episodio, secondo gli inquirenti, evidenzia come il boss gestisse ogni attività illecita nel territorio, decidendo chi potesse operare e chi no. Un altro episodio significativo è legato al furto di un furgone e di un’auto, per il cui recupero A.P.A. ha preteso un riscatto, dimostrando il suo controllo su tutte le operazioni criminali della zona.

Aggiornamento ore 16

A.P.A. non si limitava a Regalbuto. Le indagini hanno rivelato che il boss aveva contatti con esponenti di famiglie mafiose attive nel Catanese, rafforzando il suo potere oltre i confini locali. Un caso di estorsione evidenzia ulteriormente la sua influenza. A.P.A. ha imposto a un acquirente di un immobile di versare una somma di denaro per garantire l’acquisto di un’altra abitazione per un suo affiliato. Questo dimostra la sua capacità di manipolare anche gli affari legali a proprio favore, subordinando il legittimo acquirente ai suoi interessi.

Uno degli elementi più inquietanti dell’operazione “Lua Mater” è stato il sequestro di due arsenali di armi da guerra, pronti all’uso per eventuali conflitti tra clan. Queste armi avrebbero potuto alimentare un traffico di droga, gestito da A.P.A. in collaborazione con esponenti della ‘ndrangheta. Gli inquirenti hanno raccolto prove di incontri tra A.P.A. e membri della mafia calabrese per organizzare spedizioni di stupefacenti, consolidando ulteriormente la rete criminale. Il suo controllo sul territorio era quindi totale: dalla violenza armata al traffico di droga, dalle estorsioni al recupero di beni rubati.

Aggiornamento ore 17