Questa mattina lesecuzione è stata effettuata dalla squadra di Roma e dallUnità investigativa centrale della polizia penitenziaria, in collaborazione con la Divisione SIRENE del servizio di cooperazione internazionale di polizia, con lesperto di sicurezza italiano nel Regno Unito e la Polizia metropolitana di Londra, a un provvedimento cautelare emanato dal GIP del Tribunale di Roma su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Roma contro otto soggetti di nazionalità italiana e albanese, in quanto responsabili, in concorso, di favorire limmigrazione clandestina di cittadini stranieri dallItalia a Inghilterra e contraffazione di documenti di identità validi per lespatrio.
La misura precauzionale dellobbligo di residenza è stata emessa anche nei confronti di un cittadino italiano, G.M. di 29 anni, morto nellultimo mese di gennaio.
Il K.S. Fu commissionato dai loro compatrioti residenti allestero, non identificati, di occuparsi dellarrivo di cittadini di cittadinanza albanese in Inghilterra, senza lindispensabile “visto”, dietro pagamento per il servizio reso pari a 8.500 sterline inglesi, somma che fu quasi sempre consegnata ad albanese correi in Inghilterra.
A questa proposta K.S. aveva ottenuto un gran numero di soci italiani, di entrambi i sessi, con caratteristiche somatiche diverse, in particolare età e fisionomia, in modo che potessero essere simili ai cittadini albanesi emigrati illegalmente, la maggior parte dei quali identificati come destinatari dellobbligo di rimanere in diverse occasioni, contro un pagamento che variava da 500,00 a 2000,00 euro. Questi hanno offerto la loro collaborazione sia fornendo il loro documento di identità italiano che da K.S. e altri accoliti italiani falsificarono la foto del cittadino albanese che doveva emigrare illegalmente, accompagnando questultimo, per non destare sospetti alla polizia e al personale di frontiera in servizio presso limbarco italiano e sui siti di sbarco inglesi. Infatti, in tali occasioni, quando possibile, usava membri del sesso opposto a quello degli immigrati clandestini, viaggiando insieme per simulare una coppia che viaggiava per piacere; inoltre, sempre i membri hanno segnalato in Italia il documento falsificato per restituirlo, dopo la riapertura della fotografia originale, a quello del gruppo che laveva reso disponibile in attesa di un successivo uso fraudolento.
Il KS, come stabilito durante lattività investigativa, ha seguito personalmente lintera operazione fino allimbarco dai vari aeroporti nazionali o richiesto ai membri le “prove fotografiche” dellimbarco, si è anche assicurato che tutto fosse andato bene ordinando contattando il complici in Inghilterra che erano responsabili del ritiro dei “clienti” e “membri” dagli aeroporti di Londra e della gestione del loro soggiorno. Questa gestione e coordinamento dellattività illegale in Inghilterra è stata effettuata da T.S., moglie di K.S ..
Con riferimento a quanto sopra, si evidenzia che durante lattività investigativa, ove possibile, è stata comunicata al personale della Polizia di Frontiera in servizio negli aeroporti dove è stato appreso che lassociazione stava mettendo in atto lattività illecita, dotandola di i nomi degli associati italiani che si stavano imbarcando con il clandestino permettendo il rinvio dello stesso allAG competente, a volte in stato di arresto e in altri in stato di libertà.
I due soggetti interessati dalla misura della detenzione preventiva in carcere, KS e T.S., erano stati riuniti in Inghilterra dalla fine del 2017, per i quali è stato richiesto un mandato di cattura europeo e rilasciato contro di loro.
Per attuare le misure in questione, è stata avviata una collaborazione con la Divisione SIRENE del Servizio di cooperazione internazionale di polizia, con lesperto di sicurezza italiano nel Regno Unito e la Polizia metropolitana di Londra, grazie al quale la K.S. e il T.S. sono stati individuati e arrestati nella regione del Kent.
Lattività investigativa che ha portato allemissione delle misure attuate oggi risale a unattività investigativa più ampia e complessa che la squadra mobile rom ha condotto insieme allUnità investigativa centrale della Polizia carceraria, a seguito dellevasione, avvenuta il 27 ottobre , 2016, dal Consiglio distrettuale NC di Rebibbia di cittadini albanesi BT, PI e HM, che ha portato alla cattura di questultimo il 10 febbraio 2017 e per identificare la rete di persone che hanno favorito levasione dei tre cittadini albanesi, contro i quali è stata effettuata la misura della detenzione preventiva in carcere nel mese di Luglio 2017 per il reato di evasione procurata.