(Adnkronos) – Un’autodifesa lunga 59 minuti in cui il ministro Matteo Salvini spiega che “tra il 2018 e il 2019” le politiche migratorie dell’allora esecutivo giallo-verde, “erano condivise da tutto il governo” e che con lui ministro dell’Interno “non si sono registrati morti in mare” ma anche che con lui al Viminale “gli sbarchi si sono ridotti del 90 per cento”, cosa “mai più accaduta né prima né dopo”. Sottolinea anche che ha agito “coscientemente” per “la difesa della sicurezza nazionale” e per salvare “la dignità del paese”. Ribadendo che “quando c’erano situazioni sanitarie particolari” non si è “mai rifiutato di fare sbarcare dei migranti”. E nel caso Open Arms, “io ero continuamente rassicurato sul fatto che non ci fossero emergenze a bordo. Ci dicevano che la situazione sulla nave non era a rischio”. E’ iniziata con le lunghe dichiarazioni spontanee, arrivate a sorpresa, la nuova udienza del processo Open Arms di Palermo, che vede il vicepremier imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio, per avere impedito, nell’agosto del 2019, lo sbarco di 147 migranti soccorsi dalla ong spagnola Open Arms.
“Prima di rispondere alle domande, vorrei fare alcune precisazioni”, spiega Salvini, prima dell’esame dell’accusa. In mano tiene decine di fogli. E il Presidente della Corte Roberto Murgia gli dice: “Va bene, ma non può leggere tutti quei fogli”. Salvini replica: “Sono solo alcuni appunti”. Inizia così l’autodifesa del ministro che parla, del periodo dal 2018 fino al 2019, delle politiche migratorie del governo Conte e dell’Europa. “In questi ultimi giorni, pur essendo impegnato su altri fronti, ho ripercorso tutto quello che è accaduto in questa vicenda. Era mio dovere e mio puntiglio sottoporre al tribunale alcuni elementi”, spiega a inizia: “La politica in tema di immigrazione, che puntava a contrastare il traffico di essere umani, era condivisa da tutto il governo. Dal presidente del consiglio Conte e dai ministri Di Maio e Toninelli”.
“Io ho solo adeguato il mio comportamento alle indicazioni europee. Era stato il consiglio europeo a dire che non bisognava interferire nelle operazioni della guardia costiera libica, in quest’aula ho invece sentito dire che la guardia costiera libica non è affidabile”. Per Salvini, “Conte premier ha condiviso tutte le scelte di politica migratoria tranne quella relativa alla Open Arms e questo si spiega facilmente se si pensa che tra l’8 e il 9 agosto si era aperta la crisi di governo con la mozione di sfiducia al premier. “In tutte le centinaia di episodi precedenti – ha spiegato Salvini – ci sentivamo al telefono per le varie questioni. Con Open Arms, invece, Conte iniziò un carteggio. Il 14 agosto per la prima volta mi scrisse riferendosi ai minorenni a bordo e invitandomi a prendere le decisioni conseguenti. Noi rispondemmo a Ferragosto mentre coordinavamo le forze pubbliche in un patto anticamorra”.
“Il 16 agosto 2019 il presidente del Consiglio tornò a scrivere – racconta ancora Salvini in udienza – contestando le mie scelte, il 17 noi rispondemmo: un comportamento epistolare che rappresenta la cesura politica che ora mi porta qua sul banco degli imputati. Per i 5 Stelle quello che ho fatto con la Diciotti andava bene, quel che ho fatto con la Open Arms no, ma la verità è che il problema era politico”. Salvini spiega anche che “non concedere il pos prima di aver chiuso l’accordo con gli altri paesi europei sulla redistribuzione era una sorte di pressione, e grazie al nostro operato finalmente l’Europa è diventata solidale. In ogni caso, in caso di emergenze urgenti, lo sbarco poteva essere disposto, anche in assenza di assegnazione di Pos, da altre autorità, come è avvenuto ad esempio nel caso della Mare Ionio”.
Tiene anche a ribadire più volte: “Io tutelavo la sicurezza nazionale come dimostra il fatto che almeno tre episodi delittuosi in Francia, Germania e Belgio sono imputabili a persone sbarcate a Lampedusa”. “Al contrario di quel che sostiene qualcuno l’allarme terrorismo c’era. Quindi la particolare attenzione all’immigrazione irregolare era un obiettivo giusto”. E sottolinea ancora: “Ho reso un servizio utile al paese e mi faccio pienamente carico di quel che abbiamo fatto con risultati assolutamente mai raggiunti né prima né dopo non solo in termine di contrasto al traffico di esseri umani ma anche di vite salvate”. Ha, quindi, ricordato che durante il Governo in cui era ministro dell’Interno gli sbarchi si sono ridotti del 90%. “Meno partenze significa meno morti meno drammi e meno soldi per trafficanti”, dice.
E ancora: “Ho l’orgoglio di dire che quando fui ministro dell’Interno non ci fu alcun episodio luttuoso riferito a migranti, a differenza di quanto avvenuto dopo. La politica del Governo era di contrasto al traffico degli esseri umani e di coinvolgimento dell’ Europa”. E ribadisce: “Nella maggioranza c’era una politica condivisa sulla gestione dei fenomeni migratori che prevedeva il coinvolgimento delle istituzioni europee e che ebbe inizio con la vicenda della nave Aquarius che terminò con l’assegnazione del porto sicuro in Spagna e proseguì con la Diciotti che vide d’accordo tutti i colleghi di Governo”. “Chiudo il mio intervento con un passaggio significativo citando il collega Toninelli: due suoi post pubblicati da Toninelli il 18 agosto: un paese che permette ad una nave di alzare la propria bandiera non può girarsi dall’altra parte. Ringrazio la Spagna che ha fornito un porto alla nave. La guardia costiera fornirà tutto il supporto. Non andare in Spagna sarebbe incomprensibile”, dice Salvini. “Il giorno dopo scrive Toninelli che la decisione dell’ong di non andare in Spagna è incomprensibile e viene il sospetto che ci sia malafede. Siamo disponibili noi a portare tutti i migranti in Spagna”.
Nel corso dell’esame, tenuto dal Procuratore aggiunto Marzia Sabella, presenti anche i pm Geri Ferrara, applicato dall’Eppo, e Giorgia Righi, tiene a sottolineare che “Non e’ mai mancata l’assistenza a Open Arms. E mai ci siamo opposti agli interventi in favore di donne incinta e altri migranti in difficolta’. Per quanto riguarda i minori e’ stata l’Avvocatura di stato, il 19 agosto, a usare il termine ‘presunti minori’, riferendosi a uno sbarco avvenuto il 17 agosto. Il termine ‘presunto’ non era un dispregiativo ma proveniva dal fatto che poi alcuni di questi non lo erano”. “Da Ministro non ritengo che le vicende legate alla crisi di Governo abbiano inciso sulla vicenda Open Arms, ma è chiaro che il successivo atteggiamento del M5s sull’autorizzazione a procedere fosse condizionato da tale scenario. L’atteggiamento sulle politiche migratorie rimase lo stesso con l’insediamento della collega Lamorgese, con tempi anche più lunghi”, dice.
E in più riprese ribadisce: “Ho fatto tutto in piena coscienza e ho fatto un servizio utile”. Tornando ai giorni caldi dell’agosto 2019, Salvini dice: “In quel momento l’allora capo di gabinetto Matteo Piantedosi mi disse che a bordo di Open Arms la situazione era sotto controllo, non ricordo se mi dissero che c’erano persone che si lanciavano in acqua. Se ci fosse stata una condizione di pericolo lo sbarco sarebbe stato immediato”. Non sono mancati i momenti di tensione in aula, come quando l’avvocata Daniela Ciancimino, legale della parte civile Legambiente, si alza nel corso delle dichiarazioni spontanee per dire: “L’imputato sta anticipando l’esame”. Ma viene interrotta dall’avvocata Giulia Bongiorno che le dice: “Non si possono interrompere le dichiarazioni spontanee”. Stessa cosa le dice il presidente del collegio Roberto Murgia: “Avvocato Ciancimino non si possono interrompere le dichiarazioni spontanee di un imputato”. E così Salvini prosegue la sua autodifesa, per dire: “Anche il governo che è venuto dopo ha avuto lo stesso atteggiamento in tema di immigrazione”. Ed elenca altri sbarchi: “Il 17 maggio 2022, il porto sicuro è stato assegnato alla Sea Watch dopo 14 giorni. E non mi sembra che siano stati aperte inchieste”.
Rispondendo alle domande del Tribunale, Matteo Salvini, spiega: “La linea del governo era autorizzare lo sbarco solo dopo aver trovato con gli altri paesi europei un accordo sulla redistribuzione: è chiaro che i territori mediterranei abbiano diverse sensibilità in tema di gestione dei migranti rispetto a paesi più a nord come Polonia e Ungheria. Tutto ciò che abbiamo fatto, inclusi i Decreti sicurezza, ha sempre rispettato le convenzioni internazionali vigenti”. “Malta in un primo momento aveva rifiutato l’approdo a Open Arms e quando in un successivo momento ha acconsentito allo sbarco di 39 persone è stata la Ong a rifiutare per motivi di ordine a bordo”, aggiunge.
Il processo è stato rinviato al prossimo 16 febbraio per sentire il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. (di Elvira Terranova)