Dopo un’udienza lampo subito rinviata, inizierà domani, nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo, il processo Open Arms a carico dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, imputato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per il caso della nave dell’ong spagnola che nell’agosto 2019 dopo aver salvato 147 migranti rimase in mare per giorni in attesa di poter far sbarcare i naufragi. Lo scorso 15 settembre l’udienza è stata aperta e subito chiusa e rinviata a domani dal Presidente della seconda sezione penale Roberto Murgia. Non ci sono state questioni preliminari da parte dell’accusa, rappresentata dai sostituti Giorgia Righi e Calogero Ferrara, sostituto della Procura penale europea che ha ottenuto l’applicazione a questo processo. Il presidente Murgia ha invitato l’accusa a citare i primi testi da convocare per l’udienza successiva, ma a quanto apprende l’Adnkronos non ci saranno testi dell’accusa. Saranno presentati solo documenti e prove. Ma Salvini sarà in aula.
Sono complessivamente 26 i testimoni inseriti nella lista depositata dalla Procura di Palermo alla cancelleria della II sezione del Tribunale di Palermo. Il procuratore Francesco Lo Voi chiede al presidente della II sezione penale di sentire, tra gli altri, l’ex premier Giuseppe Conte, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, all’epoca vicepresidente del Consiglio. E ancora: gli ex ministri Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta, l’ambasciatore Maurizio Massari, rappresentante permanente dell’Italia all’Unione Europea, il prefetto e il questore di Agrigento, Dario Caputo e Rosa Maria Iraci, i prefetti Matteo Piantedosi (capo di gabinetto del ministero dell’Interno), Paolo Formicola, vicecapo di gabinetto del ministero dell’Interno e Emanuela Garroni, vicecapo di gabinetto vicario del ministero dell’Interno. La procura chiede di ascoltare anche il comandante della Open Arms, Marc Reius Creig, e la capa missione, Ana Isabel Montes Mier.
Di recente, l’ex ministro dell’Interno, che domani sarà in aula al Pagliarelli, ha ricordato che tra i testi ci sarà anche Richard Gere. “Testimonierà contro di me nel processo Open Arms a Palermo”, ha annunciato il leader della Lega . “Lo conosco come attore, ma non capisco che tipo di lezione possa venire a dare a me, all’Italiane agli italiani sulle nostre regole e le nostre leggi”, aveva detto Salvini. “Se qualcuno pensa di trasformare il processo in uno spettacolo e vuole vedersi Richard Gere va al cinema, non in tribunale”. “Gli chiederò un autografo da portare alla mia mamma” – annuncia l’ex ministro dell’Interno . “Vorrei però sapere – continua – quanto costerà ai contribuenti italiani questa roba qua, che non sarebbe possibile in nessun altro Paese”.
Sono 21 invece le parti civili ammesse dal gup nel corso dell’udienza preliminare, conclusa ad aprile scorso, con il rinvio a giudizio. Oltre ai comuni di Barcellona (Spagna) e Palermo, figurano Emergency, Asgi (Associazione studi giuridici immigrazione), Arci, Ciss, Legambiente, Giuristi Democratici, Cittadinanza Attiva, Open Arms, Mediterranea, AccoglieRete, Oscar Camps (comandante della nave), Ana Isabel Montes Mier (capa missione Open Arms) e diversi migranti. La prima udienza è stata fissata per il prossimo 15 settembre ma, da quanto si apprende, dovrebbe essere una udienza tecnica durante la quale verranno sentite le parti per individuare le date e le aule.
Alcuni dei testi citati dall’accusa, sono citati anche dalla difesa. L’ex premier Giuseppe Conte, ma anche l’attuale ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. E ancora, gli ex ministri Danilo Toninelli, Giovanni Tria ed Enzo Moavero. Sono soltanto alcuni dei 31 nomi che saranno chiamati, se ammessi, dalla difesa del leader della Lega Matteo Salvini nel processo Open Arms sul banco dei testimoni davanti alla seconda sezione penale del Tribunale.
“L’Italia non è mai stata competente secondo il diritto internazionale per l’indicazione del Pos in quanto, anche a voler escludere la possibilità di una competenza libica, lo Stato responsabile per il rilascio del Pos era la Spagna, quale Stato di bandiera della nave Open arms, e, limitatamente al terzo episodio, Malta”, ha sempre sostenuto la difesa.Tra i 31 testi citati ci sono politici, ex politici, ambasciatori, burocrati, prefetti e persino il comandante dell Open Arms Marc Reig Creus, che è anche parte civile. Tra i politici spiccano ancora i nomi dell’ex sottosegretario all’Interno Stefano Candiani, dell’attuale sottosegretario Nicola Molteni, dell’ex grillino Stefano Lucidi e oggi leghista che, come apprende l’Adnkronos, “dimostrerà che tutti al governo volevano seguire la linea di Salvini ministro dell’Interno”, una “linea condivisa”, insomma, e che, addirittura “l’ex ministro alle Infrastrutture Toninelli avrebbe voluto scavalcare Salvini”.
Tra i testi anche l’ex segretaria generale del Ministero degli Esteri e oggi a capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza italiano dal governo Draghi, Elisabetta Belloni. Oppure l’ambasciatore Maurizio Massari, rappresentante permanente dell’Italia all’Unione Europea, che ha già testimoniato nell’udienza preliminare per la vicenda Gregoretti a Catania, in cui per Salvini, però, a differenza del caso Open Arms il gup ha deciso il non luogo a procedere. Secondo la difesa di Salvini questi temi di prova dovrebbero dimostrare “cosa è avvenuto a Catania” con il caso Gregoretti, ma anche “nella politica europea sulla redistribuzione dei migranti” perché secondo i legali di Salvini “Conte e Moavero stavano cercando la redistribuzione dei migranti a bordo, dunque non era una attesa finalizzata al sequestro di persona ma alla redistribuzione degli stessi”.
Nella lunga lista testi, su cui si dovrà esprimere il Tribunale, anche rappresentanti dell’Unione europea, come il Commissario europeo che dovrà spiegare quali fossero le iniziative assunte dall’Ue in quel periodo. E ancora l’ex premier maltese Joseph Muscat oltre al vicepresidente del Consiglio di presidenza in Libia, “che riferirà degli accordi tra le autorità italiane e libiche”. Tra i temi di prova della difesa, quello di “provare le violazioni dell’imbarcazione della ong Open Arms”, ma anche “di mostrare che i migranti furono sempre assistiti”, di “provare che non c’era competenza dell’Italia e che si stava aspettando la redistribuzione dei migranti”. (di Elvira Terranova)