“La rimborsabilità del farmaco acalabrutinib da parte dell’Aifa per i pazienti con leucemia linfatica cronica può veramente cambiare la loro vita. Prima di tutto perché il farmaco è approvato per tutti i pazienti con leucemia linfatica cronica, sia quelli che non hanno mai avuto un trattamento precedente sia per chi ha già avuto cure. I pazienti hanno quindi accesso a questo farmaco in qualsiasi fase della loro malattia. Il farmaco è orale e va preso tutti i giorni, il fatto di essere ben tollerato rende possibile di avere una qualità di vita ottimale per molti anni”. Così Paolo Ghia, professore di Oncologia medica all’Università Vita-Salute San Raffaele, in occasione della conferenza stampa organizzata da AstraZeneca a Milano.
“La leucemia linfatica cronica è la più frequente nel mondo occidentale – spiega Ghia – colpisce soprattutto persone anziane, l’età media è di 72 anni, anche se purtroppo vediamo anche molte diagnosi su pazienti più giovani. La malattia non ha bisogno di essere trattata immediatamente perché è una malattia indolente, il paziente va seguito per molti anni prima che abbia bisogno di una terapia. Stiamo vivendo in periodo di passaggio graduale dai trattamenti immuno-chemioterapici alle terapia personalizzate e biologiche che sono estremamente efficaci e con meno effetti collaterali”.
In questo quadro il vaccino anti-Covid è fondamentale per chi è a contatto con pazienti affetti da leucemia linfatica cronica: “Sono i pazienti a dire a noi non malati di vaccinarci – conclude Ghia – perché il loro sistema immunitario non offre una risposta vaccinale. Per questo è importante creare attorno a loro una barriera protettiva”.