“Nessun attacco alla laicità dello Stato”. L’intervento della Santa Sede sul Dl Zan “ha certamente un suo rilievo ma lo strumento della nota verbale, molto usato in ambito internazionale, ha un fine collaborativo e preventivo di possibili contrasti conseguenti a violazioni di accordo fra soggetti sovrani”. Ne parla con l’Adnkronos l’ex presidente della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli che entrando nel merito delle osservazioni della Santa Sede commenta: “è opportuno che il Governo le prenda in considerazione essendo anche sollecitazioni emerse nel dibattito pubblico a difesa delle garanzie di libertà”.
Non c’è un rischio di interferenza dell’esecutivo nell’attività del Parlamento? “No. Resta integra la libertà degli organi statali di determinarsi. L’attenzione deve essere data alla sostanza dei problemi”, che nello specifico di quanto obiettato dalla nota del Vaticano si traduce “in un intervento senza stravolgimenti negli articoli 4 e 7 del dl Zan”. Dunque il concordato è violato come afferma la nota? ” L’accordo garantisce la libertà di magistero educativa e di esprimere al propria concezione antropologica e di diffusione del pensiero. Dunque è un rafforzamento dei diritti costituzionali”.
Entrando nello specifico: la formulazione dell’articolo 4 del dl Zan è adeguata oppure no? “Il contenuto non è adeguato rispetto al fine che si propone l’articolo. Occorre dare maggiore rilevo all’intenzione del soggetto, risultato che si può conseguire senza stravolgimenti. Ma è una necessità che nasce dal fatto che ci sono fattispecie di tipo penale poste in essere”. “Nell’articolo 7 invece va offerta garanzia agli indirizzi educativi delle scuole, rafforzando la coerenza tra attività scolastica e indirizzo educativo dei genitori che sono i responsabili dell’educazione dei propri figli”. In parole povere “basta con intelligenza sviluppare un’analisi concreta dei problemi senza limitarsi a contrapposizioni di tipo ideologico”. (di Roberta Lanzara)