A margine di tre, lunghi ed orribili anni di pandemia fin qui vissuti, l’unica buona notizia è che ormai il Covid, quello che ha fatto strage degli italiani più fragili ed anziani, è quasi scomparso del tutto, lasciandoci però in eredità questa sua maledetta variante, meno letale e pericolosa, ma ugualmente insidiosa a causa della sua altissima contagiosità.
Come si evince infatti quotidianamente dai dati forniti dal ministero della Sanità insieme all’Iss, i contagi continuano a moltiplicarsi ad una velocità impressionante. Ora poi, con alle spalle i giorni delle festività natalizie, che hanno visto riunirsi nelle case amici e parenti, i numeri sembrano correre ancora più in fretta.
Tanto è, ha avvertito oggi il matematico dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Giovanni Sebastiani, “Dai calcoli effettuati negli ultimi 4 giorni c’è una crescita in frenata della percentuale dei positivi ai test molecolari, questo, se il trend rimane invariato, mi fa prevedere che la curva dovrebbe raggiungere il suo massimo tra 5-10 giorni per poi nuovamente scendere. Seppure la percentuale tiene conto delle variazioni del numero di test, di mezzo c’è stato però il Capodanno, dunque per confermare il trend saranno utili i dati dei prossimi 2-3 giorni”.
Come spiega ancora il tecnico, ”Sulla discesa della curva due le incognite che vanno tenute in considerazione: i saldi e la riapertura delle scuole, gli effetti li vedremo solo tra circa 14-21 giorni. Ci potrebbe essere una inversione di tendenza valutando cosa è successo a gennaio-febbraio 2021, la limitata copertura vaccinale tra gli studenti e l’incidenza attuale della fascia d’età sotto i 20 anni, tre volte più alta rispetto alla popolazione più adulta”.
Fin troppo scontato quindi domandargli se darebbe opportuno ritardare la riapertura delle scuole: “Sì, sarebbe utile. Nel frattempo si potrebbe avviare a tappeto una indagine sierologica e tamponi a ridosso della riapertura, e fare leva sulla vaccinazione dei più giovani. Oltretutto, va tenuto conto delle quarantene conseguenza del numero elevato dei test, oggi anche più complicati farli”.
Quanto poi all’obbligo vaccinale, secondo Sebastiani, “sarebbe utile vaccinare in modo selettivo con terze dosi agli over 70 e incentivo per prima e seconda agli under 30, tra i quali è massima la circolazione del virus”.
Riguardo invece alle previsioni rispetto a cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi giorni, l’esperto anticipa che ”Vediamo i dati di oggi sull’occupazione ospedaliera, la mia lavagna comunque ha già i numeri per un cambio di colorazione per alcune regioni da venerdì. Si tratta dell’Emilia Romagna, che ha già i numeri da giallo, e di Toscana, Umbria, Abruzzo e Valle D’Aosta che potrebbero averli oggi o entro pochi giorni. La previsione per questa settimana sarà quindi di un Centro-Nord colorato di giallo con Liguria in arancione. Certo, bisogna attendere i dati di oggi di Agenas. Potrebbero infatti verificarsi situazioni analoghe a quelle della Lombardia a dicembre e della Campania ieri, dove l’aumento della capienza dei reparti ospedalieri ha compensato l’aumento dei ricoveri, portando la percentuale sotto le soglie critiche per la zona gialla. Infine, chi rischia al momento l’arancione in 2-3 settimane sono anche Marche e Piemonte”.
Come dicevamo, l’unico dato positivo rimarca il matematico del Cnr, è che ”Al momento Omicron sembra meno letale: sulla base dei dati del Sudafrica ho stimato che la letalità apparente lì è circa un terzo di quella di inizio giugno 2021. Nel nostro Paese è difficile per ora un dato quantitativo certo (potremo farlo tra due settimane), di sicuro ci sarà un prezzo da pagare in termini assoluti considerando anche che l’età media della popolazione italiana è più alta. Mentre la veloce diffusione di Omicron contribuirà a immunizzare in maniera naturale le persone (vaccinati e non)”.
Max