Mentre da una parte si continua ad invitare i media , giustamente, di alleggerire i toni eccessivamente allarmistici che stanno accompagnando questa violenta recrudescenza di contagi (per altro ‘forse’, finalmente in lieve calo), tanto per non farci mancare nulla dobbiamo anche subirci l’ennesimo ‘allarme’ proveniente dalla Cina, rimbalzato in occidente attraverso le pagine del ‘sempre attivo’ – in termini di scoop – ‘Guardian’.
A quanto pare infatti, le autorità di Pechino avrebbero ammonito la popolazione a ‘non ordinare niente dall’estero’. Come spiega il celebre tabloid, sarebbe questa “la nuova misura estrema per contenere i contagi da covid e soprattutto dalla variante Omicron a pochi giorni dall’apertura, il 4 febbraio, dei Giochi olimpici invernali di Pechino”. Un’allarme che coincide anche con l’avvento dell’atteso capodanno cinese, vista la tanto declamata “strategia zero contagi”, che le autorità sanitarie cinesi vanno ripetendo da settimane. Dunque, in virtù di un recente caso di contagio di Omicron registrato a Pechino, la responsabilità sarebbe stata scaricata a danno di un pacco giunto per corrispondenza nientemeno che dal Canada.
Come ha infatti comunicato l’agenzia di stampa ufficiale ‘Xinhua’, il vice direttore del Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie di Pechino, Pang Xinghuo, avrebbe affermato che “Non si può escludere che il primo caso di trasmissione locale di Omicron a Pechino sia un’infezione contratta con le spedizioni internazionali”.
‘Ufficialmente’ infatti, la Cina ha affermato di aver individuato il primo caso legato alla variante Omicron, lo scorso 9 dicembre nella città di Tianjin. Nello specifico, il cittadino risultato positivo, avrebbe ricevuto lo scorso 11 gennaio un pacco proveniente dal Canada, passato nei 14 giorni di viaggio anche attraverso gli Stati Uniti ed Hong Kong. A riprova di questa tesi, ha spiegato l’esperto sanitario di Pechino, il fatto che sarebbero state individuate tracce del virus sul pacco.
Dal canto la Xinhua scrive anche che dal sequenziamento effettuato, non sarebbero però emersi collegamenti con infezioni precedentemente accertate nella capitale – così come in altre zone della Cina – cinese e, oltretutto, legate alla variante Omicron. Tuttavia, a ‘convincere’ Pang Xinghuo di questa sua ipotesi, il fatto che vi sia invece “un’elevata somiglianza” del virus isolato sul paco, con alcuni ceppi isolati lo scoro dicembre sia in Nord America che a Singapore.
Motivo per cui, serve ancora il ‘Guardian’, il vice direttore delle Poste di Pechino, Liao Linzhu, ha ufficialmente invitato tutti a “non comprare prodotti all’estero”. Dal canto suo, dopo aver rimarcato che “Omicron si trasmette rapidamente”, anche Pang ammonito l’intera popolazione ad “evitare di acquistare prodotti all’estero”, consigliando di “indossare i guanti e a non portare i pacchi in casa”. Semmai, si è raccomandato, “Se necessario pulite il pacco con l’alcool e lavatevi le mani”.
Max